giovedì 24 dicembre 2009
lunedì 21 dicembre 2009
Sinistra ecologia e libertà. Novità.
Un nuovo simbolo:
Eletto anche il nuovo coordinamento nazionale. Nichi Vendola è il portavoce nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà.
Eletto anche il nuovo coordinamento nazionale. Nichi Vendola è il portavoce nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà.
martedì 15 dicembre 2009
La non-violenza. l’alternativa. il progetto di sinistra ecologia e libertà
Sabato e domenica prossimi si riuniranno a Roma centinaia di delegate e delegati per la prima assemblea costituente di Sinistra Ecologia e Libertà. Eletti in assemblee che si sono tenute in tutte le Province italiane, quelle delegate e quei delegati sono i rappresentanti di una sinistra nuova, i portatori di un progetto politico di ricostruzione della presenza progressista in Italia, nel quale si stanno riconoscendo, proprio in questi giorni, migliaia di iscritte e di iscritti.
Si tratta di un patrimonio umano e civile importante che si ritrova innanzitutto in una tavola di valori, di principi, di idealità , prima ancora che in tattiche e strategie politiche.
Tra questi valori, tra quei principi, c’è la scelta della non-violenza non solo come pratica politica ma come opzione vincolante e paradigma di cultura politica.
Questa scelta sta a significare non soltanto il ripudio di ogni forma di uso della violenza fisica nella attività politica e istituzionale, ma anche e soprattutto l’espulsione di ogni logica di costrizione e di sopraffazione dalle relazioni tra gli esseri umani e tra questi e il vivente non umano, dai rapporti tra i sessi, dal confronto e dallo scontro politico.
Per la nuova sinistra italiana non esistono quindi nemici da distruggere con la forza, ma avversari da battere con il metodo democratico, attraverso il consenso e la partecipazione dei cittadini...
(continua a leggere...)
domenica 13 dicembre 2009
Mercoledì 16 Dicembre, Assemblea provinciale di Sinistra e Libertà
Mercoledì 16 Dicembre a Imperia, alle ore 21, presso la sede dell'ARS in Salita Ricardi 6 si terrà la prima:
Assemblea Provinciale di Sinistra Ecologia e Libertà.
Sono invitati tutti gli aderenti ai circoli territoriali della provincia. Lo scopo dell'Assemblea è quello di nominare i delegati all'Assemblea Nazionale, che si svolgerà a Roma i prossimi 19 e 20 Dicembre: qui si stabiliranno linee politiche, tempi e modi per la costituzione del nuovo soggetto politico nazionale Sinistra Ecologia e Libertà.
Verso il 19 e 20 dicembre: più politica, più democrazia.
Assemblea Provinciale di Sinistra Ecologia e Libertà.
Sono invitati tutti gli aderenti ai circoli territoriali della provincia. Lo scopo dell'Assemblea è quello di nominare i delegati all'Assemblea Nazionale, che si svolgerà a Roma i prossimi 19 e 20 Dicembre: qui si stabiliranno linee politiche, tempi e modi per la costituzione del nuovo soggetto politico nazionale Sinistra Ecologia e Libertà.
Verso il 19 e 20 dicembre: più politica, più democrazia.
Martedì 15 dicembre 2009 Assemblea
Il coordinamento de "La sinistra per Imperia" invita tutti coloro che hanno dato vita alla lista a partecipare all'assemblea che si terra:
Martedì 15 dicembre 2009 alle ore 21
presso la sede ARS a Imperia Oneglia in Salita Ricardi 6
All'ordine del giorno ci sono le prossime attività, la composizione del coordinamento, le prossime elezioni regionali.
Martedì 15 dicembre 2009 alle ore 21
presso la sede ARS a Imperia Oneglia in Salita Ricardi 6
All'ordine del giorno ci sono le prossime attività, la composizione del coordinamento, le prossime elezioni regionali.
domenica 6 dicembre 2009
venerdì 4 dicembre 2009
sul progetto di edilizia convenzionata in Strada Colla
L’edilizia convenzionata è importante perché dovrebbe dare delle opportunità di acquisto o affitto a prezzi calmierati della prima casa. Il progetto presentato dopo un lungo iter ieri sera in Consiglio lascia però molti dubbi.
Per motivi urbanistici. Perché si tratta di un complesso abbastanza notevole(40 alloggi che saranno abitati da circa 120 persone) che elimina l’ultima area a verde in una zona situata sotto il Monte Calvario di vincolo ambientale. Una area che gravita su Strada Colla la quale in generale ha grandi problemi di viabilità e di servizi.
Per la rispondenza effettiva della proposta alle caratteristiche proprie dell’edilizia convenzionata. A tutta la minoranza il costo finale degli alloggi di 2750 € a mq. è sembrato eccessivo, sostanzialmente in linea con i normali prezzi di mercato.
La maggioranza ha poi respinto due emendamenti presentati da me a nome di tutta la opposizione.
Il primo stabilisce che non tutti gli alloggi potranno essere posti in vendita, il 20% dei quaranta previsti dovrà essere dato in locazione a canone contrattato. Il senso dell’emendamento è quello di cominciare ad operare concretamente per aumentare il mercato degli affitti a prezzi abbordabili. C’è una fascia di persone a Imperia che non è in grado di comprarsi una casa. Perciò il Comune con i suoi strumenti deve cominciare ad assumere iniziative per calmierare i prezzi del mercato degli affitti. La maggioranza ha respinto l’emendamento sostenendo che la proposta non rientra nel quadro economico concordato con il soggetto attuatore e che comunque loro sono per privilegiare la casa in proprietà.
Il secondo allarga alla “famiglia anagrafica”, così come è definita dalla legge, la possibilità di accedere all’acquisto degli alloggi. Ciò in pratica significa che non soltanto coniugi legati dal vincolo matrimoniale ma anche i conviventi di fatto e tutti le altre forme di famiglia e di legame affettivo che la vita vera può fare incontrare possono usufruire di questa possibilità. La “famiglia anagrafica” è formata anche dalle persone che vivono sole le quali anch’esse in questa maniera acquisirebbero tale diritto.
Manco a dirlo anche questo emendamento è stato respinto perché la maggioranza ha detto di voler privilegiare prioritariamente la famiglia tradizionale.
Per motivi urbanistici. Perché si tratta di un complesso abbastanza notevole(40 alloggi che saranno abitati da circa 120 persone) che elimina l’ultima area a verde in una zona situata sotto il Monte Calvario di vincolo ambientale. Una area che gravita su Strada Colla la quale in generale ha grandi problemi di viabilità e di servizi.
Per la rispondenza effettiva della proposta alle caratteristiche proprie dell’edilizia convenzionata. A tutta la minoranza il costo finale degli alloggi di 2750 € a mq. è sembrato eccessivo, sostanzialmente in linea con i normali prezzi di mercato.
La maggioranza ha poi respinto due emendamenti presentati da me a nome di tutta la opposizione.
Il primo stabilisce che non tutti gli alloggi potranno essere posti in vendita, il 20% dei quaranta previsti dovrà essere dato in locazione a canone contrattato. Il senso dell’emendamento è quello di cominciare ad operare concretamente per aumentare il mercato degli affitti a prezzi abbordabili. C’è una fascia di persone a Imperia che non è in grado di comprarsi una casa. Perciò il Comune con i suoi strumenti deve cominciare ad assumere iniziative per calmierare i prezzi del mercato degli affitti. La maggioranza ha respinto l’emendamento sostenendo che la proposta non rientra nel quadro economico concordato con il soggetto attuatore e che comunque loro sono per privilegiare la casa in proprietà.
Il secondo allarga alla “famiglia anagrafica”, così come è definita dalla legge, la possibilità di accedere all’acquisto degli alloggi. Ciò in pratica significa che non soltanto coniugi legati dal vincolo matrimoniale ma anche i conviventi di fatto e tutti le altre forme di famiglia e di legame affettivo che la vita vera può fare incontrare possono usufruire di questa possibilità. La “famiglia anagrafica” è formata anche dalle persone che vivono sole le quali anch’esse in questa maniera acquisirebbero tale diritto.
Manco a dirlo anche questo emendamento è stato respinto perché la maggioranza ha detto di voler privilegiare prioritariamente la famiglia tradizionale.
Carla Nattero sul Consiglio Comunale di ieri sera
La risposta di Gagliano (all'interrogazione pubblicata in un precedente post) è stata del tutto deludente: non ha fatto altro che ribadire la delibera di Giunta.
Nella mia risposta ho sottolineato che la Giunta non può delegare all' Imperia Servizi la politica della sosta perchè si tratta di un tema troppo importante che va deciso a livello amministrativo e non semplicemente tecnico e quindi deve essere investito anche il Consiglio Comunale.
I problemi enormi del traffico e della sosta in città non si risolvono trasformando tutti i posti auto in posti a pagamento, oppure facendo dei gran parcheggi sotterranei,peraltro in centro.
Occorre finalmente pensare a qualche intervento di sistema sulla scorta di uno studio specializzato,come si sta facendo in tutta Italia. Occorre pensare a fare compiere un salto di qualità al trasporto pubblico. Non tutti possono andare in moto come consiglia il Sindaco. Con la miopia e il fai da te giornaliero ( vedi risultati dell'obbligo di svolta a destra in via Cascione) la situazione del traffico peggiora sempre più.
Comunque nella situazione attuale è vergognoso che non ci sia una politica tariffaria fortemente scontata a favore dei residenti. Nel comune di Genova ,citato da Gagliano come esempio di tariffe più alte, i residenti possono parcheggiare, nelle strade vicine alla loro abitazione,la loro auto pagando un abbonamento di poche decine di euro l'anno.
Il Presidente attuale dell'Imperia Servizi, l'ing. Capacci, continua senza scosse la politica dei suoi predecessori. Considera l'azienda vocata esclusivamente alla costruzione di parcheggi, obiettivo peraltro sempre ostacolato da gran peripezie(v. Parcheggi via Don Minzoni) che impediscono quello che è naturale dalle altre parti, cioè l'autofinanaziamento delle strutture.
Credo infine che un amministratore ci dovrebbe pensare prima di motivare un aumento di tariffe così forte con la necessità, per esempio, di finanziare i parcheggi Unità Nazionale. Perché gli ingenti costi affrontati attualmente per rendere utilizzabili questi parcheggi sono nati dagli errori di progettazione del passato e non si può farli ricadere in diretta sulle spalle dei cittadini.
Nella mia risposta ho sottolineato che la Giunta non può delegare all' Imperia Servizi la politica della sosta perchè si tratta di un tema troppo importante che va deciso a livello amministrativo e non semplicemente tecnico e quindi deve essere investito anche il Consiglio Comunale.
I problemi enormi del traffico e della sosta in città non si risolvono trasformando tutti i posti auto in posti a pagamento, oppure facendo dei gran parcheggi sotterranei,peraltro in centro.
Occorre finalmente pensare a qualche intervento di sistema sulla scorta di uno studio specializzato,come si sta facendo in tutta Italia. Occorre pensare a fare compiere un salto di qualità al trasporto pubblico. Non tutti possono andare in moto come consiglia il Sindaco. Con la miopia e il fai da te giornaliero ( vedi risultati dell'obbligo di svolta a destra in via Cascione) la situazione del traffico peggiora sempre più.
Comunque nella situazione attuale è vergognoso che non ci sia una politica tariffaria fortemente scontata a favore dei residenti. Nel comune di Genova ,citato da Gagliano come esempio di tariffe più alte, i residenti possono parcheggiare, nelle strade vicine alla loro abitazione,la loro auto pagando un abbonamento di poche decine di euro l'anno.
Il Presidente attuale dell'Imperia Servizi, l'ing. Capacci, continua senza scosse la politica dei suoi predecessori. Considera l'azienda vocata esclusivamente alla costruzione di parcheggi, obiettivo peraltro sempre ostacolato da gran peripezie(v. Parcheggi via Don Minzoni) che impediscono quello che è naturale dalle altre parti, cioè l'autofinanaziamento delle strutture.
Credo infine che un amministratore ci dovrebbe pensare prima di motivare un aumento di tariffe così forte con la necessità, per esempio, di finanziare i parcheggi Unità Nazionale. Perché gli ingenti costi affrontati attualmente per rendere utilizzabili questi parcheggi sono nati dagli errori di progettazione del passato e non si può farli ricadere in diretta sulle spalle dei cittadini.
NoBDay: Sinistra Ecologia e Libertà va in piazza
Il coordinamento nazionale ha indicato come Piazza della Repubblica, davanti alla basilica di Santa Maria degli Angeli, il punto di concentramento di Sinistra e Libertà. L’orario di ritrovo è tra le 13:30 e le 14 (ora in cui inizia la manifestazione).
Le motivazioni dell’adesione di SEL alla manifestazione NoBDa:
Il coordinamento nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà ha deciso di aderire alla manifestazione nazionale del 5 dicembre promossa dai comitati B-day che ha già raccolto migliaia di adesioni attraverso la rete.
SEL partecipa alla manifestazione con la convinzione che sia uno dei momenti della mobilitazione contro il governo Berlusconi, incapace ancora una volta di affrontare serenamente il rapporto con la magistratura e la giustizia e che attraverso la riproposizione di leggi ad-personam come la prescrizione breve intende sottrarsi ai più elementari principi di legalità e democrazia
SEL è convinta che l’opposizione a Berlusconi deve essere innanzitutto opposizione sociale alle scelte economiche e ambientali che questo governo ha fatto.
La crisi dell’occupazione con l’inasprirsi di alcune vertenze, come quella dell’ex Eutelia da una parte e la recente approvazione del decreto sulla privatizzazione dell’acqua dall’altra, sono il segno caratterizzante di una politica del governo che va contrastata attraverso una forte mobilitazione sociale poiché la stessa opposizione presente in parlamento appare ancor una volta inadeguata e non sufficiente.
Alla mobilitazione del 5 dicembre e alle altre che seguiranno nelle prossime settimane, a cominciare da quella indetta da SEL il 7 dicembre per un nuovo patto sul clima in concomitanza al vertice di Copenaghen, sono la condizione essenziale per far crescere una proposta politica alternativa alle destre e al berlusconismo. Siamo convinti che sia urgente definire al più presto una vasta alleanza in grado di mandare a casa questo governo e le sue politiche.
Il coordinamento nazionale di SEL ha anche deciso di incontrare nei prossimi il comitato promotore della manifestazione del 5 dicembre.
mercoledì 2 dicembre 2009
Interrogazione urgente con risposta in Consiglio
Imperia, 23 novembre 2009
Al Presidente del Consiglio Comunale.
Interrogazione urgente con risposta in Consiglio.
La sottoscritta Carla Nattero, consigliere comunale della lista “La Sinistra per Imperia”,
vista la deliberazione di GM del 29/10/09 che approva, previo parere favorevole del Comandante dei Vigili Urbani, il nuovo piano della sosta della società Imperia Servizi che andrà in vigore dal gennaio 2010;
considerato che tale Piano viene in maniera pudibonda definito una “razionalizzazione” della sosta ma in realtà si tratta di un netto peggioramento delle condizioni di parcheggio attuali all'evidente e unico scopo di fare cassa;
rilevato che il piano in questione prevede di andare a raccattare le ultime aree libere nel centro per trasformarle in aree a pagamento ( è questo il caso, per es., del passaggio a pagamento dei pochi posti ancora liberi in p.zza Calvi , in P.zza Flli Serra, in via Schiva e in Piazza Goito);
rilevato ulteriormente che il piano fa diventare a pagamento alcune aree di dimensioni più rilevanti,poste nell'immediato margine delle zone più centrali della città (è il caso, per esempio, dei posti in Lungomare Cristoforo Colombo, di quelli nel piazzale interno del Palazzo di Giustizia in via XXV aprile e del parcheggio in superficie di Piazza Mameli);
sottolineato inoltre che a partire dal gennaio 2010 l'aumento della tariffa oraria di tutti i parcheggi – nuovi e vecchi- sarà del 50% in tutto il centro di Oneglia e in via Cascione (si passerà da €1 a €1,50) e del 20% nel resto della città (si passerà da €1a €1,20) perciò la novità comporterà un bell'aumento di spesa per i cittadini che va aggiunto a quello già previsto dei tickets della refezione scolastica;
osservato che le motivazioni addotte a giustificazione di decisioni così negative sono del tutto strumentali perchè si tira in ballo per l'ennesima volta la necessità di coprire gli esborsi per finanziamento dei parcheggi interrati(sempre gli stessi) i quali peraltro si autofinanziano in tutto il mondo fuorchè a Imperia;
chiede alla SV
se il Piano è stato analizzato e approvato secondo le modalità previste dal contratto di servizio e dallo statuto dell'Imperia Servizi;
di portare comunque il Piano in discussione in Consiglio Comunale;
di chiedere al Comando dei Vigili di verificare puntualmente, e non a grandi linee, il rispetto della l.Tognoli perchè il rapporto 50 e 50 tra sosta libera e quella a pagamento va verificato nella prossimità e non a chilometri di distanza;
di mantenere le attuali tariffe;
di comportarsi seguendo i criteri utilizzati in tutta Italia e in tutta Europa, cioè prevedere abbonamenti e tariffe fortemente agevolate per i residenti i quali, soprattutto coloro che abitano nel centro di Oneglia e non possono comprarsi un garage, devono sottostare a un altro affitto per pagare la sosta;
di calcolare le presumibili maggiori entrate dell'Imperia Servizi al fine di valutare la congruità delle contropartite nel campo della manutenzione del verde -a mio giudizio di entità minima- ottenute dalla Giunta a integrazione dell'accettazione del Piano.
Al Presidente del Consiglio Comunale.
Interrogazione urgente con risposta in Consiglio.
La sottoscritta Carla Nattero, consigliere comunale della lista “La Sinistra per Imperia”,
vista la deliberazione di GM del 29/10/09 che approva, previo parere favorevole del Comandante dei Vigili Urbani, il nuovo piano della sosta della società Imperia Servizi che andrà in vigore dal gennaio 2010;
considerato che tale Piano viene in maniera pudibonda definito una “razionalizzazione” della sosta ma in realtà si tratta di un netto peggioramento delle condizioni di parcheggio attuali all'evidente e unico scopo di fare cassa;
rilevato che il piano in questione prevede di andare a raccattare le ultime aree libere nel centro per trasformarle in aree a pagamento ( è questo il caso, per es., del passaggio a pagamento dei pochi posti ancora liberi in p.zza Calvi , in P.zza Flli Serra, in via Schiva e in Piazza Goito);
rilevato ulteriormente che il piano fa diventare a pagamento alcune aree di dimensioni più rilevanti,poste nell'immediato margine delle zone più centrali della città (è il caso, per esempio, dei posti in Lungomare Cristoforo Colombo, di quelli nel piazzale interno del Palazzo di Giustizia in via XXV aprile e del parcheggio in superficie di Piazza Mameli);
sottolineato inoltre che a partire dal gennaio 2010 l'aumento della tariffa oraria di tutti i parcheggi – nuovi e vecchi- sarà del 50% in tutto il centro di Oneglia e in via Cascione (si passerà da €1 a €1,50) e del 20% nel resto della città (si passerà da €1a €1,20) perciò la novità comporterà un bell'aumento di spesa per i cittadini che va aggiunto a quello già previsto dei tickets della refezione scolastica;
osservato che le motivazioni addotte a giustificazione di decisioni così negative sono del tutto strumentali perchè si tira in ballo per l'ennesima volta la necessità di coprire gli esborsi per finanziamento dei parcheggi interrati(sempre gli stessi) i quali peraltro si autofinanziano in tutto il mondo fuorchè a Imperia;
chiede alla SV
se il Piano è stato analizzato e approvato secondo le modalità previste dal contratto di servizio e dallo statuto dell'Imperia Servizi;
di portare comunque il Piano in discussione in Consiglio Comunale;
di chiedere al Comando dei Vigili di verificare puntualmente, e non a grandi linee, il rispetto della l.Tognoli perchè il rapporto 50 e 50 tra sosta libera e quella a pagamento va verificato nella prossimità e non a chilometri di distanza;
di mantenere le attuali tariffe;
di comportarsi seguendo i criteri utilizzati in tutta Italia e in tutta Europa, cioè prevedere abbonamenti e tariffe fortemente agevolate per i residenti i quali, soprattutto coloro che abitano nel centro di Oneglia e non possono comprarsi un garage, devono sottostare a un altro affitto per pagare la sosta;
di calcolare le presumibili maggiori entrate dell'Imperia Servizi al fine di valutare la congruità delle contropartite nel campo della manutenzione del verde -a mio giudizio di entità minima- ottenute dalla Giunta a integrazione dell'accettazione del Piano.
Dichiarazione di Carla Nattero (Sinistra per Imperia) sull'assestamento di bilancio
L'assessore Calcagno ha definite discreta la situazione di bilancio. I consiglieri del PDL intervenuti si sono dichiarati poco stimolati dal dibattito da tanto sono tranquilli sulle condizioni del bilancio comunale. Credo che sottovalutino alcuni dati negativi che emergono dalle cifre. In primo luogo al monitoraggio del 30 giugno il Comune di Imperia va sotto il patto di stabilità per circa 800.000 €. E quindi continuerà e prevedibilmente si aggraverà nelle prossime settimane la necessità di restringere le spese e dilazionare i pagamenti.
Le nuove entrate sulla base delle quali l'Amministrazione fa fronte alle esigenze di spesa sono tutte di tipo straordinario: le multe, la monetizzazione delle aree, gli oneri di urbanizzazione, gli affitti degli immobili comunali per installare telefonini.
Per fare esempi: gli affitti per le antenne telefoniche sono più che raddoppiati rispetto al preventivo;
la monetizzazione delle aree( cioè la rinuncia ad aree per servizi in cambio di denaro) è aumentata del 50%. Tutte queste entrate non solo sono aleatorie ma soprattutto costano moltissimo alla città.
In primo luogo in termini di salute.
Mi chiedo,infatti, che credibilità possa avere la sbandierata volontà comunale di fare un piano per regolamentare le antenne se nel frattempo per fare cassa si dà l'autorizzazione a installare antenne a tutto spiano sugli stessi edifici comunali?
In secondo luogo in termini di consumo del territorio.
Tre milioni e duecentomila € entrati in un anno per oneri e monetizzazioni ci dicono che nel comune di Imperia si costruisce e si cementifica in misura massiccia. Anche questo è un costo dal punto di vista sociale perchè facilita il dissesto idrogeologico, peggiora la vivibilità cittadina e ostacola lo sviluppo di un'economia multivocazionale che deve avere nella qualità ambientale il suo punto di forza.
LA TARIFFA SULLA DEPURAZIONE.
Una riflessione a parte merita una nuova entrata prevista nell'assestamento di bilancio, cioè i 250.000 € preventivati per la reintroduzione della tariffa sulla depurazione. Tutto è da discutere di questa scelta. La legge nazionale consente la reintroduzione della tariffa per i comuni che non hanno ancora il depuratore funzionante a particolari condizioni di trasparenza. Di queste nessuna è stata rispettata. In particolare non è stato ancora indicato, come prevede la legge, l'importo dei rimborsi a cui hanno diritto i cittadini per avere pagato quando non dovevano. La cifra complessiva da restituire peraltro è rispettabile, dovrebbe essere di qualche milione di euro. Non è stato nemmeno stilato l'elenco dei cittadini che hanno diritto al rimborso. L'unica cosa che è stata sottolineata dall'Amministrazione è che il rimborso si erogherà a seguito di domanda individuale su carta da bollo allo scopo ovviamente di scoraggiare l'esercizio del proprio diritto da parte dei cittadini.
Al contrario io ho chiesto che si proceda a un rimborso collettivo in rapporto con le associazioni dei consumatori.
Non contribuisce alla chiarezza il fatto che la decisione è del Comune ma la gestione è dell'AMAT che ha incassato negli ultimi anni la tariffa della depurazione. Ciò facilita un palleggiamento di responsabilità tra Comune ed AMAT. Ad esso abbiamo già assistito perchè nella bolletta AMAT di ottobre i cittadini si ritroveranno retroattivamente la tariffa della depurazione a partire dal mese di giugno di quest'anno mentre la delibera di giunta che reintroduce la tassa è del 19 ottobre. Anche il capogruppo del PDL si è detto contrario all'aumento retroattivo. Si è trattato di una decisione autonoma dell' AMAT? L'Amministrazione, come a me sembra leggendo la delibera ,ne era consapevole e l'ha condivisa? Anche quest'aspetto fa emergere la superficialità con cui è stata trattata una questione tanto delicata.
Ultima annotazione sul tema:la tariffa è strettamente vincolata alla costruzione del depuratore, la legge esclude esplicitamente la finalizzazione alla rete fognaria. Nell'assestamento invece è previsto che le entrate della tassa di depurazione siano investite per sistemare appunto la rete fognaria. Si tratta di una palese contraddizione rispetto alle indicazioni di legge meritevole a mio giudizio di pronuncia da parte della magistratura contabile a cui sottoporrò il quesito.
Le nuove entrate sulla base delle quali l'Amministrazione fa fronte alle esigenze di spesa sono tutte di tipo straordinario: le multe, la monetizzazione delle aree, gli oneri di urbanizzazione, gli affitti degli immobili comunali per installare telefonini.
Per fare esempi: gli affitti per le antenne telefoniche sono più che raddoppiati rispetto al preventivo;
la monetizzazione delle aree( cioè la rinuncia ad aree per servizi in cambio di denaro) è aumentata del 50%. Tutte queste entrate non solo sono aleatorie ma soprattutto costano moltissimo alla città.
In primo luogo in termini di salute.
Mi chiedo,infatti, che credibilità possa avere la sbandierata volontà comunale di fare un piano per regolamentare le antenne se nel frattempo per fare cassa si dà l'autorizzazione a installare antenne a tutto spiano sugli stessi edifici comunali?
In secondo luogo in termini di consumo del territorio.
Tre milioni e duecentomila € entrati in un anno per oneri e monetizzazioni ci dicono che nel comune di Imperia si costruisce e si cementifica in misura massiccia. Anche questo è un costo dal punto di vista sociale perchè facilita il dissesto idrogeologico, peggiora la vivibilità cittadina e ostacola lo sviluppo di un'economia multivocazionale che deve avere nella qualità ambientale il suo punto di forza.
LA TARIFFA SULLA DEPURAZIONE.
Una riflessione a parte merita una nuova entrata prevista nell'assestamento di bilancio, cioè i 250.000 € preventivati per la reintroduzione della tariffa sulla depurazione. Tutto è da discutere di questa scelta. La legge nazionale consente la reintroduzione della tariffa per i comuni che non hanno ancora il depuratore funzionante a particolari condizioni di trasparenza. Di queste nessuna è stata rispettata. In particolare non è stato ancora indicato, come prevede la legge, l'importo dei rimborsi a cui hanno diritto i cittadini per avere pagato quando non dovevano. La cifra complessiva da restituire peraltro è rispettabile, dovrebbe essere di qualche milione di euro. Non è stato nemmeno stilato l'elenco dei cittadini che hanno diritto al rimborso. L'unica cosa che è stata sottolineata dall'Amministrazione è che il rimborso si erogherà a seguito di domanda individuale su carta da bollo allo scopo ovviamente di scoraggiare l'esercizio del proprio diritto da parte dei cittadini.
Al contrario io ho chiesto che si proceda a un rimborso collettivo in rapporto con le associazioni dei consumatori.
Non contribuisce alla chiarezza il fatto che la decisione è del Comune ma la gestione è dell'AMAT che ha incassato negli ultimi anni la tariffa della depurazione. Ciò facilita un palleggiamento di responsabilità tra Comune ed AMAT. Ad esso abbiamo già assistito perchè nella bolletta AMAT di ottobre i cittadini si ritroveranno retroattivamente la tariffa della depurazione a partire dal mese di giugno di quest'anno mentre la delibera di giunta che reintroduce la tassa è del 19 ottobre. Anche il capogruppo del PDL si è detto contrario all'aumento retroattivo. Si è trattato di una decisione autonoma dell' AMAT? L'Amministrazione, come a me sembra leggendo la delibera ,ne era consapevole e l'ha condivisa? Anche quest'aspetto fa emergere la superficialità con cui è stata trattata una questione tanto delicata.
Ultima annotazione sul tema:la tariffa è strettamente vincolata alla costruzione del depuratore, la legge esclude esplicitamente la finalizzazione alla rete fognaria. Nell'assestamento invece è previsto che le entrate della tassa di depurazione siano investite per sistemare appunto la rete fognaria. Si tratta di una palese contraddizione rispetto alle indicazioni di legge meritevole a mio giudizio di pronuncia da parte della magistratura contabile a cui sottoporrò il quesito.
Dichiarazione Carla Nattero su istituzione ATO idrico e dei rifiuti
La delibera di istituzione dell' ATO a livello provinciale è stata portata in Consiglio all'ultimo giorno utile, non emendabile.
L'organismo proposto, in sostanza un consorzio tra tutti i comuni e la Provincia, ha il compito di svolgere un ruolo di governo nei confronti del servizio idrico e dei rifiuti.
Tanti sono i dubbi. Come si fa mettere insieme due servizi così diversi come quello idrico e quello dei rifiuti? Che senso ha istituire un ATO che coincide con il livello provinciale quando possono essere messe in moto le Province stesse per svolgere un ruolo programmatorio, evitando inutili sovrapposizioni di competenze?
Ma accanto a queste questioni urgono questioni politiche vere e proprie. Da decenni la Provincia di Imperia è in ballo con la questione dei rifiuti, non va avanti una soluzione complessiva, di proroga in proroga si conferma soltanto il regime monopolistico.
Anche sull'acqua saranno moltissimi i problemi. Con la spinta alla privatizzazione del servizio idrico data dal decreto Ronchi ci vorrebbe anche su questo tema una parola chiara.
In Consiglio tutto il centrosinistra ha proposto di operare a livello provinciale per la ripubblicizzazione dell'acqua. Forse su questa scelta dell'acqua come bene pubblico si potrebbe trovare un accordo a livello provinciale con i comuni come Taggia che si è già nettamente pronunciata a favore o come Sanremo che ha un'azienda pubblica che rischia di dovere cedere in parte al privato.
Ma l'amministrazione su questa scelta di fondo ha glissato, come del resto aveva già fatto l'ATO nelle riunioni preparatorie. L'Assessore Amoretti nella replica ha sostenuto di lavorare per un “regime di salvaguardia” , cioè per cercare di mantenere la situazione attuale. Ma con il decreto Ronchi in atto e con lo Statuto dell'ATO che richiede un “gestore unitario” del servizio idrico a livello provinciale penso che la sua sia una illusione.
Per la mancanza di una scelta chiara sulla pubblicizzazione del servizio dell'acqua, per la scarsa utilità dell'ATO in questa fase di cambiamenti il mio voto è stato in conclusione negativo.
L'organismo proposto, in sostanza un consorzio tra tutti i comuni e la Provincia, ha il compito di svolgere un ruolo di governo nei confronti del servizio idrico e dei rifiuti.
Tanti sono i dubbi. Come si fa mettere insieme due servizi così diversi come quello idrico e quello dei rifiuti? Che senso ha istituire un ATO che coincide con il livello provinciale quando possono essere messe in moto le Province stesse per svolgere un ruolo programmatorio, evitando inutili sovrapposizioni di competenze?
Ma accanto a queste questioni urgono questioni politiche vere e proprie. Da decenni la Provincia di Imperia è in ballo con la questione dei rifiuti, non va avanti una soluzione complessiva, di proroga in proroga si conferma soltanto il regime monopolistico.
Anche sull'acqua saranno moltissimi i problemi. Con la spinta alla privatizzazione del servizio idrico data dal decreto Ronchi ci vorrebbe anche su questo tema una parola chiara.
In Consiglio tutto il centrosinistra ha proposto di operare a livello provinciale per la ripubblicizzazione dell'acqua. Forse su questa scelta dell'acqua come bene pubblico si potrebbe trovare un accordo a livello provinciale con i comuni come Taggia che si è già nettamente pronunciata a favore o come Sanremo che ha un'azienda pubblica che rischia di dovere cedere in parte al privato.
Ma l'amministrazione su questa scelta di fondo ha glissato, come del resto aveva già fatto l'ATO nelle riunioni preparatorie. L'Assessore Amoretti nella replica ha sostenuto di lavorare per un “regime di salvaguardia” , cioè per cercare di mantenere la situazione attuale. Ma con il decreto Ronchi in atto e con lo Statuto dell'ATO che richiede un “gestore unitario” del servizio idrico a livello provinciale penso che la sua sia una illusione.
Per la mancanza di una scelta chiara sulla pubblicizzazione del servizio dell'acqua, per la scarsa utilità dell'ATO in questa fase di cambiamenti il mio voto è stato in conclusione negativo.
venerdì 27 novembre 2009
Propabile ricorso al Tar contro la vendita di Villa Carpeneto
Mercoledì 2 dicembre i Consiglieri Comunali dei gruppi dell'opposizione (PD, sinistra per Imperia, Con Imperia, Rifondazione Comunista, Italia dei Valori e UdC) si consulteranno con un Legale amministrativista per istruire un eventuale ricorso al TAR avverso la delibera comunale che consente la vendita di Villa Carpeneto.
L’iniziativa fa seguito alla battaglia condotta prima a livello consiliare, e poi in città attraverso una campagna di sensibilizzazione sull’importanza del bene in discussione.
Questa battaglia ha avuto e continua ad avere sia ragioni di opportunità, per il ruolo e le funzioni di ordine sociale e ambientale che in futuro può svolgere la Villa col suo Parco, sia per ragioni di legittimità, in quanto l’opposizione ritiene che non sia venuto meno il vincolo giuridico di destinazione d’uso dell’immobile.
Nel proseguire l’iniziativa, i Consiglieri di opposizione sono confortati dall’esito straordinariamente favorevole che sta avendo la petizione lanciata qualche mese fa, con migliaia di firme già raccolte e portate all’attenzione del Sindaco. Petizione che – lo ricordiamo – chiede di non vendere il bene, considerato il suo valore storico-architettonico e le sue grandi potenzialità di riutilizzo a fini sociali.
I Consiglieri dei Gruppi di opposizione del Comune di Imperia
L’iniziativa fa seguito alla battaglia condotta prima a livello consiliare, e poi in città attraverso una campagna di sensibilizzazione sull’importanza del bene in discussione.
Questa battaglia ha avuto e continua ad avere sia ragioni di opportunità, per il ruolo e le funzioni di ordine sociale e ambientale che in futuro può svolgere la Villa col suo Parco, sia per ragioni di legittimità, in quanto l’opposizione ritiene che non sia venuto meno il vincolo giuridico di destinazione d’uso dell’immobile.
Nel proseguire l’iniziativa, i Consiglieri di opposizione sono confortati dall’esito straordinariamente favorevole che sta avendo la petizione lanciata qualche mese fa, con migliaia di firme già raccolte e portate all’attenzione del Sindaco. Petizione che – lo ricordiamo – chiede di non vendere il bene, considerato il suo valore storico-architettonico e le sue grandi potenzialità di riutilizzo a fini sociali.
I Consiglieri dei Gruppi di opposizione del Comune di Imperia
venerdì 16 ottobre 2009
Petizione contro la vendita di villa Carpeneto
"La Sinistra per Imperia", insieme a tutta l'opposizione in Consiglio Comunale (Partito democratico, la lista Con Imperia, Italia dei Valori e Rifondazione Comunista) è impegnata nella battaglia perché villa Carpeneto resti patrimonio pubblico e fruibile.
Nei due post che seguono riporto il testo della petizione che molti cittadini imperiesi stanno firmando e l'elenco dei banchetti per la raccolta delle firme che si stanno organizzando.
Visitate il blog ogni tanto e troverete aggiornamenti e notizie in merito, firmate tutti la petizione... e lasciate molti commenti!
Nei due post che seguono riporto il testo della petizione che molti cittadini imperiesi stanno firmando e l'elenco dei banchetti per la raccolta delle firme che si stanno organizzando.
Visitate il blog ogni tanto e troverete aggiornamenti e notizie in merito, firmate tutti la petizione... e lasciate molti commenti!
Petizione contro la vendita di villa Carpeneto
PETIZIONE.
Art. 4 del Regolamento sugli istituti di partecipazione popolare (del.n.106 del 28 novembre 2003).
Al Signor Sindaco
di Imperia.
Noi sottoscritti cittadini di Imperia
Le chiediamo di non riproporre al Consiglio Comunale la decisione di vendere Villa Carpeneto con una parte notevole del suo bellissimo giardino, ricco di piante di pregio.
La nostra richiesta è tanto più forte perché siamo consapevoli che in queste settimane può venire a conclusione il lungo iter della vendita.
Il parere favorevole(con la sola condizione che una parte del parco resti pubblica) alla destinazione d’uso residenziale della Villa che la sua Amministrazione ha ottenuto dalla Soprintendenza è in palese contrasto con gli scopi pubblici per cui la Villa è stata utilizzata per molti decenni, ma è destinato a favorire la vendita. Quindi è probabile che se si terrà un’altra asta questa volta non andrà a vuoto.
I motivi del nostro no li vogliamo così sintetizzare.
Perché la Villa appartiene alla nostra storia di cittadini. Ha sempre svolto una importante funzione sociale e scolastica per la città, in particolare per il quartiere di Porto Maurizio, a partire dai primi decenni del Novecento fino a pochissimo tempo fa.
Perché la Villa può svolgere una importante funzione pubblica anche nel presente. Villa Carpeneto è in pieno centro, in una zona con tantissimi problemi che necessita di rilancio economico e turistico. Se sistemata e valorizzata la Villa e il suo giardino possono dare una apporto decisivo a una migliore qualità della vivibilità urbana e costituire un ottimo biglietto da visita del centro storico.
Perché non ci spieghiamo come mai la sua Amministrazione punti le sue energie sul progetto “Dal Parasio al mare,” volto a facilitare la mobilità, a rendere più attraente il centro storico da Via Cascione al Parasio e nello stesso tempo venda Villa Carpeneto che di questa idea di collegamento e di riqualificazione urbana costituisce, come detto, la cerniera naturale attraverso un polmone verde di grandissimo pregio.
Perché la sofferenza del bilancio comunale e la conseguente necessità di finanziare un’opera pubblica con le risorse ottenute dalla vendita della Villa non è una giustificazione che ci convince, in quanto non tiene conto che si tratta di alienare un bene importante del patrimonio comunale, non sostituibile per la preziosità della sua collocazione, del suo verde e della sua storia, per la funzione pubblica che potrebbe ancora sostenere.
Riteniamo che, pur nella ristrettezze, il Comune debba fare ricorso agli oneri di urbanizzazione per finanziare le opere pubbliche.
La invitiamo in conclusione non solo a non mettere in vendita Villa Carpeneto ma anzi a valorizzarla utilizzando, per esempio, la parte ancora disponibile del finanziamento regionale del progetto “Dal Parasio al Mare” per ristrutturare Villa e giardino, destinandoli a una funzione utile per la collettività, in campo scolastico, sociale, culturale, per attività del volontariato.
Art. 4 del Regolamento sugli istituti di partecipazione popolare (del.n.106 del 28 novembre 2003).
Al Signor Sindaco
di Imperia.
Noi sottoscritti cittadini di Imperia
Le chiediamo di non riproporre al Consiglio Comunale la decisione di vendere Villa Carpeneto con una parte notevole del suo bellissimo giardino, ricco di piante di pregio.
La nostra richiesta è tanto più forte perché siamo consapevoli che in queste settimane può venire a conclusione il lungo iter della vendita.
Il parere favorevole(con la sola condizione che una parte del parco resti pubblica) alla destinazione d’uso residenziale della Villa che la sua Amministrazione ha ottenuto dalla Soprintendenza è in palese contrasto con gli scopi pubblici per cui la Villa è stata utilizzata per molti decenni, ma è destinato a favorire la vendita. Quindi è probabile che se si terrà un’altra asta questa volta non andrà a vuoto.
I motivi del nostro no li vogliamo così sintetizzare.
Perché la Villa appartiene alla nostra storia di cittadini. Ha sempre svolto una importante funzione sociale e scolastica per la città, in particolare per il quartiere di Porto Maurizio, a partire dai primi decenni del Novecento fino a pochissimo tempo fa.
Perché la Villa può svolgere una importante funzione pubblica anche nel presente. Villa Carpeneto è in pieno centro, in una zona con tantissimi problemi che necessita di rilancio economico e turistico. Se sistemata e valorizzata la Villa e il suo giardino possono dare una apporto decisivo a una migliore qualità della vivibilità urbana e costituire un ottimo biglietto da visita del centro storico.
Perché non ci spieghiamo come mai la sua Amministrazione punti le sue energie sul progetto “Dal Parasio al mare,” volto a facilitare la mobilità, a rendere più attraente il centro storico da Via Cascione al Parasio e nello stesso tempo venda Villa Carpeneto che di questa idea di collegamento e di riqualificazione urbana costituisce, come detto, la cerniera naturale attraverso un polmone verde di grandissimo pregio.
Perché la sofferenza del bilancio comunale e la conseguente necessità di finanziare un’opera pubblica con le risorse ottenute dalla vendita della Villa non è una giustificazione che ci convince, in quanto non tiene conto che si tratta di alienare un bene importante del patrimonio comunale, non sostituibile per la preziosità della sua collocazione, del suo verde e della sua storia, per la funzione pubblica che potrebbe ancora sostenere.
Riteniamo che, pur nella ristrettezze, il Comune debba fare ricorso agli oneri di urbanizzazione per finanziare le opere pubbliche.
La invitiamo in conclusione non solo a non mettere in vendita Villa Carpeneto ma anzi a valorizzarla utilizzando, per esempio, la parte ancora disponibile del finanziamento regionale del progetto “Dal Parasio al Mare” per ristrutturare Villa e giardino, destinandoli a una funzione utile per la collettività, in campo scolastico, sociale, culturale, per attività del volontariato.
No alla vendita di villa Carpeneto: i banchetti di raccolta firme
Ecco l'elenco dei banchetti per la raccolta delle firme sulla petizione contro la vendita di villa carpeneto:
SABATO 17 ANGOLO FRATELLI SERRA ORE 9,30 - 12,30 E VIA SAN GIOVANNI ORE 9,30 - 12,30
DOMENICA 18 ANGOLO FRATELLI SERRA ORE 9,30 - 12, 30 E SPIANATA DI ONEGLIA ORE 9,30 - 12, 30
LUNEDI' 19 CORSO GARIBALDI (INGRESSO VILLA CARPENETO) ORE 9,30 - 12,30 E VIA SAN GIOVANNI ORE 6,30 - 18,30
MARTEDI' 20 PIAZZA ROMA ORE 9,30 - 13,30 E PORTO DI ONEGLIA ORE 16,30 - 18,30
MERCOLEDI' 21 ANGOLO FRATELLI SERRA ORE 9,30 - 12,30 E VIA SAN GIOVANNI ORE 9,30 - 12,30
GIOVEDI' 22 VIA XX SETTEMBRE ORE 9,30 - 12,30 E VIA SAN GIOVANNI ORE 16,30 - 18,30
VENERDI' 23 CORSO GARIBALDI (INGRESSO VILLA CARPENETO) ORE 9,30 - 12,30 E PORTO DI ONEGLIA ORE 16,30 - 18,30
SABATO 24 ANGOLO FRATELLI SERRA ORE 9,30 - 12,30 E VIA SAN GIOVANNI ORE 9,30 - 12,30
DOMENICA 25 MARINA DI PORTO MAURIZIO ORE 9,30 - 12,30/16,30 - 18,30 E SPIANATA DI ONEGLIA ORE 9,30 - 12,30/16,30/18,30
SABATO 17 ANGOLO FRATELLI SERRA ORE 9,30 - 12,30 E VIA SAN GIOVANNI ORE 9,30 - 12,30
DOMENICA 18 ANGOLO FRATELLI SERRA ORE 9,30 - 12, 30 E SPIANATA DI ONEGLIA ORE 9,30 - 12, 30
LUNEDI' 19 CORSO GARIBALDI (INGRESSO VILLA CARPENETO) ORE 9,30 - 12,30 E VIA SAN GIOVANNI ORE 6,30 - 18,30
MARTEDI' 20 PIAZZA ROMA ORE 9,30 - 13,30 E PORTO DI ONEGLIA ORE 16,30 - 18,30
MERCOLEDI' 21 ANGOLO FRATELLI SERRA ORE 9,30 - 12,30 E VIA SAN GIOVANNI ORE 9,30 - 12,30
GIOVEDI' 22 VIA XX SETTEMBRE ORE 9,30 - 12,30 E VIA SAN GIOVANNI ORE 16,30 - 18,30
VENERDI' 23 CORSO GARIBALDI (INGRESSO VILLA CARPENETO) ORE 9,30 - 12,30 E PORTO DI ONEGLIA ORE 16,30 - 18,30
SABATO 24 ANGOLO FRATELLI SERRA ORE 9,30 - 12,30 E VIA SAN GIOVANNI ORE 9,30 - 12,30
DOMENICA 25 MARINA DI PORTO MAURIZIO ORE 9,30 - 12,30/16,30 - 18,30 E SPIANATA DI ONEGLIA ORE 9,30 - 12,30/16,30/18,30
giovedì 8 ottobre 2009
Assemblea de "La sinistra per Imperia"
Venerdì 9 ottobre 2009 alle ore 21 presso la sede di Salita Ricardi 6 a Imperia Oneglia si terrà la consueta assemblea de "La Sinistra per Imperia".
All'ordine del giorno:
- la vendita di Villa Carpeneto;
- la centrale a Barcheto;
- varie.
All'ordine del giorno:
- la vendita di Villa Carpeneto;
- la centrale a Barcheto;
- varie.
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Sinistra e libertà a Sanremo
Venerdi 9 ottobre alle 11 e 30 si terrà presso il ristorante Marinella sito in c.so Orazio Raimondo, la presentazione del 'Laboratorio Sanremese di Sinistra e Libertà'.
Per maggiori informazioni.
Per maggiori informazioni.
mercoledì 7 ottobre 2009
Sinistra e libertà al sit-in: ora dimissioni di Berlusconi
«La legge è uguale per tutti»; «Berlusconi non scappare, ora fatti processare»: sono questi alcuni degli slogan gridati dai dirigenti e dai militanti di Sinistra e Libertà dinanzi a palazzo Chigi subito dopo la sentenza della Corte Costituzionale sul lodo Alfano.
In piazza erano presenti oltre 50 manifestanti, tra cui Paolo Cento, Grazia Francescato, Gennaro Migliore, Giuliana Sgrena...
Continua a leggere...
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Interventi,
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Segnalazioni
giovedì 1 ottobre 2009
Sulla megavariazione di bilancio discussa ieri
Imperia, 1 ott. 09
Comunicato Stampa
Dichiara Carla Nattero della lista “Sinistra per Imperia”
I fondi da enti terzi.
“La megavariazione di bilancio discussa ieri sera in Consiglio è formata per la grandissima parte da entrate provenienti da finanziamenti regionali, statali, europei.
I principali, quelli che riguardano la riqualificazione del Parasio e il suo collegamento con la parte bassa di Porto (10 mil di € )e l’altro che riguarda l’allestimento del Museo Navale sono stati preparati e istruiti dalla Regione Liguria con fondi europei.
Nel dibattito di ieri sera l’amministrazione di destra che governa Imperia ha fatto di tutto per allontanare da sé questa semplice verità e ha ridotto la Regione al ruolo di passacarte per non ammettere una evidente realtà: in un momento di grande difficoltà economica, l’Amministrazione può proporre qualche investimento positivo solo grazie all’apporto determinante della Regione e dell’Europa.
La manovra di bilancio relativa alla parte corrente.
La parte non vincolata del bilancio è molto limitata: si tratta di una manovra da 1 milione e 200.000 € circa che mette in rilievo quello che da tempo ben si sa: il comune ha grandissima difficoltà a fare fronte alla copertura delle spese di parte corrente. E quindi soltanto nella variazione di ieri sera sono state inserite spese, ampiamente prevedibili già in sede di preventivo, come quelle relative ai costi della discarica e all’aumento del contratto per la Nettezza Urbana,perché tali spese in sede di equilibri di bilancio possono essere coperte da entrate straordinarie. L’entrata straordinaria in questione è una rata del depuratore (1.160.000 €) che per quest’anno è possibile utilizzare ai fini della copertura della spesa corrente.
La maggioranza ha letto questa situazione in termini positivi, sottolineando la capacità di trovare sempre una via d’uscita, per fare fronte alle spese. Io ritengo invece che la situazione sia preoccupante perché da una parte il Comune sta esaurendo tutte le sue risorse straordinarie ( per esempio ha venduto quasi tutto il patrimonio) e dall’altra la spesa è destinata ad aumentare perchè i servizi comunali devono essere allargati e non diminuiti, basti pensare all’andamento demografico della città,in cui insieme all’aumento della popolazione assistiamo al contemporaneo aumento dei bambini e degli anziani. Ovviamente questa situazione di sofferenza del bilancio ha già toccato da vicino i cittadini,e ancor più li riguarderà in futuro, in primo luogo con aumenti delle tariffe. E’già stato annunciata l’intenzione dell’Amministrazione Comunale, a partire dal gennaio del 2010, di aumentare del 16,10% il ticket della refezione scolastica e dal gennaio del 2011 di aumentarlo del 25%. Si tratta di una misura grave che colpisce le famiglie in un momento di crisi , una misura che mi auguro ancora che sia rivista.
La vendita delle quote del porto e Villa Carpeneto.
D’altra parte mentre la maggioranza a parole è tranquillizzante il più possibile sul bilancio, ci sono scelte che nei fatti ci dicono il contrario. E’ di dieci giorni fa la gravissima decisione della vendita delle quote del porto che la giunta stessa ha motivato legandola alle necessità di bilancio, in particolare al rispetto del patto di stabilità. Vedremo alla fine d’ottobre quando sarà inviato al Ministero il monitoraggio del patto quale è la situazione a questo proposito del Comune.
Ieri sera inoltre è stata confermata la volontà di vendere Villa Carpeneto per fare fronte al raddoppio della strada di Caramagna, un’opera pubblica importante che un bilancio in salute potrebbe tranquillamente finanziare con un mutuo.Come ho già detto recentemente è una contraddizione approvare un progetto chiamato “Dal Parasio al Mare” e vendere Villa Carpeneto che potrebbe costituire l’asse portante,la cerniera di questo progetto. Ieri sera non ho potuto proporlo, per la scarsità di tempo, ma presenterò una mozione e chiederò una riunione al più presto della Commissione 3^ per esaminare la possibilità di sistemare a fini sociali la Villa e il suo giardino con il milione di finanziamento del progetto “Dal Parasio al Mare” non ancora destinato.
Comunicato Stampa
Dichiara Carla Nattero della lista “Sinistra per Imperia”
I fondi da enti terzi.
“La megavariazione di bilancio discussa ieri sera in Consiglio è formata per la grandissima parte da entrate provenienti da finanziamenti regionali, statali, europei.
I principali, quelli che riguardano la riqualificazione del Parasio e il suo collegamento con la parte bassa di Porto (10 mil di € )e l’altro che riguarda l’allestimento del Museo Navale sono stati preparati e istruiti dalla Regione Liguria con fondi europei.
Nel dibattito di ieri sera l’amministrazione di destra che governa Imperia ha fatto di tutto per allontanare da sé questa semplice verità e ha ridotto la Regione al ruolo di passacarte per non ammettere una evidente realtà: in un momento di grande difficoltà economica, l’Amministrazione può proporre qualche investimento positivo solo grazie all’apporto determinante della Regione e dell’Europa.
La manovra di bilancio relativa alla parte corrente.
La parte non vincolata del bilancio è molto limitata: si tratta di una manovra da 1 milione e 200.000 € circa che mette in rilievo quello che da tempo ben si sa: il comune ha grandissima difficoltà a fare fronte alla copertura delle spese di parte corrente. E quindi soltanto nella variazione di ieri sera sono state inserite spese, ampiamente prevedibili già in sede di preventivo, come quelle relative ai costi della discarica e all’aumento del contratto per la Nettezza Urbana,perché tali spese in sede di equilibri di bilancio possono essere coperte da entrate straordinarie. L’entrata straordinaria in questione è una rata del depuratore (1.160.000 €) che per quest’anno è possibile utilizzare ai fini della copertura della spesa corrente.
La maggioranza ha letto questa situazione in termini positivi, sottolineando la capacità di trovare sempre una via d’uscita, per fare fronte alle spese. Io ritengo invece che la situazione sia preoccupante perché da una parte il Comune sta esaurendo tutte le sue risorse straordinarie ( per esempio ha venduto quasi tutto il patrimonio) e dall’altra la spesa è destinata ad aumentare perchè i servizi comunali devono essere allargati e non diminuiti, basti pensare all’andamento demografico della città,in cui insieme all’aumento della popolazione assistiamo al contemporaneo aumento dei bambini e degli anziani. Ovviamente questa situazione di sofferenza del bilancio ha già toccato da vicino i cittadini,e ancor più li riguarderà in futuro, in primo luogo con aumenti delle tariffe. E’già stato annunciata l’intenzione dell’Amministrazione Comunale, a partire dal gennaio del 2010, di aumentare del 16,10% il ticket della refezione scolastica e dal gennaio del 2011 di aumentarlo del 25%. Si tratta di una misura grave che colpisce le famiglie in un momento di crisi , una misura che mi auguro ancora che sia rivista.
La vendita delle quote del porto e Villa Carpeneto.
D’altra parte mentre la maggioranza a parole è tranquillizzante il più possibile sul bilancio, ci sono scelte che nei fatti ci dicono il contrario. E’ di dieci giorni fa la gravissima decisione della vendita delle quote del porto che la giunta stessa ha motivato legandola alle necessità di bilancio, in particolare al rispetto del patto di stabilità. Vedremo alla fine d’ottobre quando sarà inviato al Ministero il monitoraggio del patto quale è la situazione a questo proposito del Comune.
Ieri sera inoltre è stata confermata la volontà di vendere Villa Carpeneto per fare fronte al raddoppio della strada di Caramagna, un’opera pubblica importante che un bilancio in salute potrebbe tranquillamente finanziare con un mutuo.Come ho già detto recentemente è una contraddizione approvare un progetto chiamato “Dal Parasio al Mare” e vendere Villa Carpeneto che potrebbe costituire l’asse portante,la cerniera di questo progetto. Ieri sera non ho potuto proporlo, per la scarsità di tempo, ma presenterò una mozione e chiederò una riunione al più presto della Commissione 3^ per esaminare la possibilità di sistemare a fini sociali la Villa e il suo giardino con il milione di finanziamento del progetto “Dal Parasio al Mare” non ancora destinato.
lunedì 28 settembre 2009
Petizione contro la vendita di villa Carpeneto
Comunicato Stampa su Villa Carpeneto.
Carla Nattero, consigliere comunale della lista “Sinistra per Imperia” dichiara:
Mi interessa soprattutto affrontare - tra le cose dette da Strescino nelle sua recente intervista - la questione di Villa Carpeneto. In seguito alla risposta al question time che ho rivolto all’Amministrazione nel Consiglio Comunale di lunedì scorso sono venuta a conoscenza del fatto, ripreso anche da Strescino, che i vincoli di “utilizzo pubblico” posti dalla Soprintendenza sono stati eliminati, come aveva precedentemente richiesto l’Amministrazione.
E quindi la villa sarà posta in vendita molto più facilmente senza vincolo, sarà destinata ad abitazioni e con essa sarà posto in vendita circa la metà del suo prezioso giardino pubblico.
Poiché cambierà valutazione economica,- a seguito delle diverse caratteristiche del bene posto in vendita, la decisione sulla vendita stessa dovrà essere nuovamente assunta dal Consiglio Comunale. Non è forse il caso di ripercorrere tutti i motivi della contrarietà già espressa più volte da tutta l’opposizione e che ho ragione di ritenere che saranno riproposte in Consiglio Comunale.
Farò soltanto due osservazioni,legate a quello che ha detto il Sindaco nella conferenza stampa.
In primo luogo rilevo un paradosso: l’Amministrazione sta pensando a puntare su un progetto di mobilità chiamato“Dal Parasio al mare” e nello stesso tempo decide di vendere Villa Carpeneto che rappresenta l’unica area verde del centro di Porto e rappresenta appunto il naturale collegamento di pregio tra il Parasio e il mare Nel momento,cioè, in cui dice di volere valorizzare Porto e il Parasio l’Amministrazione aliena una delle risorse potenzialmente strategiche di questa necessaria valorizzazione!
Il Sindaco ha sostenuto poi di sentire l’appoggio dei cittadini al suo operato. Non penso che la scelta di vendere Villa Carpeneto che è stata asilo e scuola per gran parte del secolo passato ed è sentita come parte importante della storia cittadina, sia condivisa dalla popolazione.
Forse è giunto il momento in cui tutti i contrari alla vendita - semplici cittadini, associazioni, consiglieri comunali - facciano sentire la loro contrarietà, raccogliendo le firme in calce a una petizione per non vendere la Villa e ritengo già fin da ora che ci sarà un’ampia risposta da parte dei cittadini imperiesi.
Carla Nattero, consigliere comunale della lista “Sinistra per Imperia” dichiara:
Mi interessa soprattutto affrontare - tra le cose dette da Strescino nelle sua recente intervista - la questione di Villa Carpeneto. In seguito alla risposta al question time che ho rivolto all’Amministrazione nel Consiglio Comunale di lunedì scorso sono venuta a conoscenza del fatto, ripreso anche da Strescino, che i vincoli di “utilizzo pubblico” posti dalla Soprintendenza sono stati eliminati, come aveva precedentemente richiesto l’Amministrazione.
E quindi la villa sarà posta in vendita molto più facilmente senza vincolo, sarà destinata ad abitazioni e con essa sarà posto in vendita circa la metà del suo prezioso giardino pubblico.
Poiché cambierà valutazione economica,- a seguito delle diverse caratteristiche del bene posto in vendita, la decisione sulla vendita stessa dovrà essere nuovamente assunta dal Consiglio Comunale. Non è forse il caso di ripercorrere tutti i motivi della contrarietà già espressa più volte da tutta l’opposizione e che ho ragione di ritenere che saranno riproposte in Consiglio Comunale.
Farò soltanto due osservazioni,legate a quello che ha detto il Sindaco nella conferenza stampa.
In primo luogo rilevo un paradosso: l’Amministrazione sta pensando a puntare su un progetto di mobilità chiamato“Dal Parasio al mare” e nello stesso tempo decide di vendere Villa Carpeneto che rappresenta l’unica area verde del centro di Porto e rappresenta appunto il naturale collegamento di pregio tra il Parasio e il mare Nel momento,cioè, in cui dice di volere valorizzare Porto e il Parasio l’Amministrazione aliena una delle risorse potenzialmente strategiche di questa necessaria valorizzazione!
Il Sindaco ha sostenuto poi di sentire l’appoggio dei cittadini al suo operato. Non penso che la scelta di vendere Villa Carpeneto che è stata asilo e scuola per gran parte del secolo passato ed è sentita come parte importante della storia cittadina, sia condivisa dalla popolazione.
Forse è giunto il momento in cui tutti i contrari alla vendita - semplici cittadini, associazioni, consiglieri comunali - facciano sentire la loro contrarietà, raccogliendo le firme in calce a una petizione per non vendere la Villa e ritengo già fin da ora che ci sarà un’ampia risposta da parte dei cittadini imperiesi.
mercoledì 23 settembre 2009
Carla Nattero sul porto
Nel mio intervento ho contestato che la vendita delle azioni del Porto sia stata decisa per ottemperare la normativa sulle società. In realtà il motivo sta nelle difficoltà di bilancio.
Con le entrate della vendita delle azioni la giunta Strescino copre le esigenze di spesa corrente, riesce a rispettare il patto di stabilità 2009 e i vincoli di bilancio precedenti. La giunta ha scelto la strada più facile e più comoda nell’immediato per sistemare il bilancio ma la più costosa per il futuro della città.
In Consiglio ieri sera - prosegue - gli esponenti della maggioranza hanno continuato a ripetere che non cambierà niente, addirittura che ci sarà un maggiore controllo del comune, facilitato dall’essere fuori dalla società. Non è vero. Un’area così vasta e così fondamentale in mano esclusivamente ai privati peserà in maniera determinante sul futuro della città. In primo luogo limiterà la fruibilità degli spazi per i cittadini. E poi condizionerà le sorti del porto di Oneglia, favorendone una destinazione funzionale al gigante porto turistico, governato da logiche esclusivamente private. Soprattutto condizionerà le prospettive economiche perché con la dismissione della quota pubblica i privati più facilmente gestiranno il porto come megaparcheggio di posti barca, senza dare nessuna importanza a quel che serve veramente alla città, cioè lo sviluppo dell’indotto e del lavoro.
Nel mio intervento ho fatto anche una piccola storia della società per sottolineare che siamo all’atto finale di una storia che ha visto una costante e progressiva subalternità del pubblico ai privati. Il picco negativo in questo senso si è registrato quando si è affidato alla società Acquamare di Caltagirone la realizzazione delle opere portuali, concedendogli il 70% delle aree portuali complessive con prevalenza assoluta di quelle più redditizie e quindi garantendo a Caltagirone stesso la redditività di gran lunga maggiore. Questa scelta contrattuale è stata effettuata dal CdA della società senza coinvolgere in alcun modo il Consiglio Comunale e i cittadini di Imperia. Perché si è rinunciato alla costruzione diretta del porto da parte della Porto di Imperia,appositamente costituita, per dare una sorta di 'subappalto' così rilevante a Caltagirone? La risposta è chiara: gli imprenditori locali hanno voluto azzerare il rischio di impresa e il Comune di Imperia ha accettato di porsi in una condizione di totale subalternità e di svendita ai privati. Data questa situazione la valutazione peritale ha un’importanza relativa. Perché certo il perito non poteva conteggiare quello che il comune ha conferito nel tempo senza mai farlo valere: dalle decine di miliardi di vecchie lire dei riempimenti al 'regalo' dell’Imperia Mare. Perché il perito in sostanza non ha potuto fare altro che valutare quello che alla fine del percorso è rimasto in mano al Comune, cioè il 10% del costruito, e la parte meno redditizia di esso.Cioè pochissimo rispetto a quello che il Comune ha effettivamente investito. Insomma altro che affarone. L’affarone è stato per Caltagirone e i privati locali. Il Comune invece ci ha messo decenni di rilevanti investimenti e altrettante garanzie politiche per le autorizzazioni e le progettazioni (senza le quali i privati non avrebbero potuto fare niente) e se ne va con un po’ di milioni -per sistemare il bilancio per qualche tempo- lasciando nelle mani dei privati una grande fetta della città. Insomma si tratta purtroppo di un’operazione tutta sbagliata, grave dal punto di vista della salvaguardia dell’interesse pubblico, un’operazione che caratterizza in maniera pesantemente negativa, adesso e nel futuro, l’operato del sindaco Strescino e della sua giunta.
Con le entrate della vendita delle azioni la giunta Strescino copre le esigenze di spesa corrente, riesce a rispettare il patto di stabilità 2009 e i vincoli di bilancio precedenti. La giunta ha scelto la strada più facile e più comoda nell’immediato per sistemare il bilancio ma la più costosa per il futuro della città.
In Consiglio ieri sera - prosegue - gli esponenti della maggioranza hanno continuato a ripetere che non cambierà niente, addirittura che ci sarà un maggiore controllo del comune, facilitato dall’essere fuori dalla società. Non è vero. Un’area così vasta e così fondamentale in mano esclusivamente ai privati peserà in maniera determinante sul futuro della città. In primo luogo limiterà la fruibilità degli spazi per i cittadini. E poi condizionerà le sorti del porto di Oneglia, favorendone una destinazione funzionale al gigante porto turistico, governato da logiche esclusivamente private. Soprattutto condizionerà le prospettive economiche perché con la dismissione della quota pubblica i privati più facilmente gestiranno il porto come megaparcheggio di posti barca, senza dare nessuna importanza a quel che serve veramente alla città, cioè lo sviluppo dell’indotto e del lavoro.
Nel mio intervento ho fatto anche una piccola storia della società per sottolineare che siamo all’atto finale di una storia che ha visto una costante e progressiva subalternità del pubblico ai privati. Il picco negativo in questo senso si è registrato quando si è affidato alla società Acquamare di Caltagirone la realizzazione delle opere portuali, concedendogli il 70% delle aree portuali complessive con prevalenza assoluta di quelle più redditizie e quindi garantendo a Caltagirone stesso la redditività di gran lunga maggiore. Questa scelta contrattuale è stata effettuata dal CdA della società senza coinvolgere in alcun modo il Consiglio Comunale e i cittadini di Imperia. Perché si è rinunciato alla costruzione diretta del porto da parte della Porto di Imperia,appositamente costituita, per dare una sorta di 'subappalto' così rilevante a Caltagirone? La risposta è chiara: gli imprenditori locali hanno voluto azzerare il rischio di impresa e il Comune di Imperia ha accettato di porsi in una condizione di totale subalternità e di svendita ai privati. Data questa situazione la valutazione peritale ha un’importanza relativa. Perché certo il perito non poteva conteggiare quello che il comune ha conferito nel tempo senza mai farlo valere: dalle decine di miliardi di vecchie lire dei riempimenti al 'regalo' dell’Imperia Mare. Perché il perito in sostanza non ha potuto fare altro che valutare quello che alla fine del percorso è rimasto in mano al Comune, cioè il 10% del costruito, e la parte meno redditizia di esso.Cioè pochissimo rispetto a quello che il Comune ha effettivamente investito. Insomma altro che affarone. L’affarone è stato per Caltagirone e i privati locali. Il Comune invece ci ha messo decenni di rilevanti investimenti e altrettante garanzie politiche per le autorizzazioni e le progettazioni (senza le quali i privati non avrebbero potuto fare niente) e se ne va con un po’ di milioni -per sistemare il bilancio per qualche tempo- lasciando nelle mani dei privati una grande fetta della città. Insomma si tratta purtroppo di un’operazione tutta sbagliata, grave dal punto di vista della salvaguardia dell’interesse pubblico, un’operazione che caratterizza in maniera pesantemente negativa, adesso e nel futuro, l’operato del sindaco Strescino e della sua giunta.
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Porto
sabato 19 settembre 2009
Il collettivo abusivissima mette all'asta i putti di piazza Dante!
ASTA PUBBLICA: PUTTI FONTANA DI PIAZZA DANTE
lunedì 21 settembre ore 18,30 piazza dante ...
accorrete numerosi, un pezzo della fontana potrà essere vostro!
Abbiamo deciso di venire incontro all’amministrazione partecipando alla campagna di solidarietà e raccolta fondi per risanare il problematico bilancio comunale.
Voi ben sapete che la Fontana Piazza Dante s.p.a. è così composta:
-33 % in possesso della fontana marcia s.p.a.
-33% in possesso di fontana sviluppo s.p.a.
-33 % patrimonio comunale.
Il comune ha deciso per il nostro bene, causa annosa questione del bilancio, di cedere le quote del porto di cui è in possesso, questo perché alla scelta obbligata di vendita ha voluto preservare alla nostra città la gloriosa fontana. Non ci meritiamo tutto questo sacrificio, perciò essendo cittadini diligenti abbiamo deciso che lunedì 21 alle 18,30 (per il bene di tutti) venderemo almeno i piccoli Putti che da decenni irrorano vasche ed aiuole con gioiosi sorrisi e spruzzatine.
Pare che alcuni armatori russi, cercando oggetti di decoro ad alto valore artistico, siano interessati in particolare modo al Putto che fa fuori uscire le dolci acque dal suo piccolo pesciolino.
Confidiamo però che la transizione possa concludersi con un acquirente italiano, data già la pesante situazione di immigrazione in cui versa la città ed il difficile contesto in cui si trova il quartiere ormai conosciuto come ghetto Via Cascione (zona da tempo pervasa di spaccio, prostituzione e culti pagani). Ci riserviamo, se sarà necessario, di vendere i famosi orologi della via, oggetti di culto il cui manifesto interesse dello sceicco del Quatar è ormai sotto gli occhi di tutti.
L’asta è ora aperta.
Buon acquisto.
COLLETTIVO ABUSIVISSIMA
lunedì 21 settembre ore 18,30 piazza dante ...
accorrete numerosi, un pezzo della fontana potrà essere vostro!
Abbiamo deciso di venire incontro all’amministrazione partecipando alla campagna di solidarietà e raccolta fondi per risanare il problematico bilancio comunale.
Voi ben sapete che la Fontana Piazza Dante s.p.a. è così composta:
-33 % in possesso della fontana marcia s.p.a.
-33% in possesso di fontana sviluppo s.p.a.
-33 % patrimonio comunale.
Il comune ha deciso per il nostro bene, causa annosa questione del bilancio, di cedere le quote del porto di cui è in possesso, questo perché alla scelta obbligata di vendita ha voluto preservare alla nostra città la gloriosa fontana. Non ci meritiamo tutto questo sacrificio, perciò essendo cittadini diligenti abbiamo deciso che lunedì 21 alle 18,30 (per il bene di tutti) venderemo almeno i piccoli Putti che da decenni irrorano vasche ed aiuole con gioiosi sorrisi e spruzzatine.
Pare che alcuni armatori russi, cercando oggetti di decoro ad alto valore artistico, siano interessati in particolare modo al Putto che fa fuori uscire le dolci acque dal suo piccolo pesciolino.
Confidiamo però che la transizione possa concludersi con un acquirente italiano, data già la pesante situazione di immigrazione in cui versa la città ed il difficile contesto in cui si trova il quartiere ormai conosciuto come ghetto Via Cascione (zona da tempo pervasa di spaccio, prostituzione e culti pagani). Ci riserviamo, se sarà necessario, di vendere i famosi orologi della via, oggetti di culto il cui manifesto interesse dello sceicco del Quatar è ormai sotto gli occhi di tutti.
L’asta è ora aperta.
Buon acquisto.
COLLETTIVO ABUSIVISSIMA
Sintesi assemblea sul porto
SINTESI DEL DIBATTITO DELL’ASSEMBLEA DEL 17/09/2009 SULLA CESSIONE DELLE QUOTE DELLA SOCIETA’ PORTO DI IMPERIA SPA DA PARTE DEL COMUNE DI IMPERIA
Il giorno 17/09/2009 si è riunita l’assemblea della lista “La Sinistra per Imperia” per analizzare e definire una posizione in merito alla decisione dell’amministrazione Strescino di cedere le quote di partecipazione della società Porto di Imperia spa.
Si è evidenziato innanzi tutto l’attuale posizione subalterna rispetto agli interessi privati da parte del Comune di Imperia sulla gestione dell’area del porto turistico. Tale debolezza deriva da una serie di scelte operate dal 2005 in poi a seguito dell’entrata nella società del gruppo Caltagirone che sono sintetizzabili nelle seguenti considerazioni:
- in occasione dell’ingresso del socio Caltagirone non sono state valorizzati adeguatamente i valori degli asset conferiti dalla parte pubblica (investimenti per riempimenti a mare effettuati negli anni precedenti, conferimento della società Imperia Mare, valore della progettazione e delle autorizzazioni ottenute per la realizzazione del porto).
- non è stata mantenuta una adeguata tutela degli interessi pubblici a seguito della rinuncia dei patti parasociali preesistenti e dell’esercizio diritto di opzione sul 4% del capitale a favore del socio subentrante.
Il risultato di tali scelte ha creato una situazione in cui il gruppo Caltagirone ha potuto acquisire una quota di 1/3 della società con un investimento complessivo di soli 3 milioni di euro circa.
Un ulteriore passaggio da cui si evidenzia la svendita dell’area portuale al gruppo Caltagirone e la rinuncia agli intessi pubblici della città è data dalle modalità contrattuali a seguito delle quali si è rinunciato alla realizzazione diretta della costruzione del porto. Questo affidando ad un’altra società del gruppo Caltagirone la realizzazione delle opere concedendogli in permuta il 70% delle aree portuali complessive e con l’esclusività delle aree di maggior resa economica (posti barca vendibili, posti per imbarcazioni di maggiori dimensioni, immobili di maggior valore commerciale). In sostanza con tale operazione si è consentito al gruppo Caltagirone di avere in proprie esclusive mani la gestione del 70% delle aree portuali con prevalenza assoluta di quelle più redditizie e quindi di garantire a se la maggiore redditività facendosi solo carico della gestione finanziaria e operativa delle opere di costruzione. Ci si deve domandare quindi perché, dopo aver concesso al gruppo Caltagirone l’entrata nel capitale nella società Porto di Imperia spa, con l’espressa finalità di acquisire un socio con capacità e know how per poter realizzare il porto, si sia rinunciato alla costruzione diretta per poi “subappaltarla” a così rilevante onere allo stesso gruppo Caltagirone.
Tale scelta contrattuale è stata peraltro effettuata all’interno del consiglio di amministrazione della società Porto di Imperia senza coinvolgere in alcun modo, neanche a titolo informativo, il Consiglio Comunale ed i cittadini di Imperia. Ciò è avvenuto nonostante nel consiglio di amministrazione sedessero in posizioni anche di primaria importanza membri nominati al fine di tutelare l’interesse del socio Comune e quindi della collettività imperiose.
Quanto alla decisione dell’amministrazione Strescino di cedere le quote della società Porto Imperia spa, scelta di grande rilevanza strategica per la città di Imperia, va innanzi tutto rilevato che tale scelta era assente dal programma elettorale del sindaco, il che dice molto sulla volontà di coinvolgere i cittadini imperiesi nelle valutazioni sulle scelte strategiche dell’amministrazione.
Si ritiene che tale scelta sia sbagliata e da respingere per tutta una serie di considerazioni di seguito espresse:
- la giunta Strescino chiede al Consiglio Comunale un mandato alla cessione dell’intera partecipazione della società Porto di Imperia spa riservandosi l’autonomia di procedere in più fasi alla definitiva alienazione senza dover rendere in seguito conto al Consiglio ed alla cittadinanza;
- a seguito della cessione integrale delle quote (scelta riservata alla discrezionalità della sola giunta comunale) il Comune di Imperia viene a perdere ogni ruolo e presenza e capacità di influenza in una società che gestisce un’area strategica della città, nonché la redditività futura che la gestione assicurerà;
le cessione delle quote in tale fase di avviamento dell’attività non consente una completa ed adeguata valorizzazione della partecipazione anche alla luce di eventuali ulteriori sviluppi imprenditoriali;
- nel valore della quota determinato con perizia non si tiene conto del valore aggiunto che la stessa avrebbe nel caso in cui l’acquirente si garantisse la maggioranza assoluta del capitale della società. Per cui in caso di cessione della quota al valore peritale ad uno degli altri soci (unici soggetti ragionevolmente interessati all’acquisto) lo stesso si garantirebbe a prezzo estremamente favorevole il controllo assoluto della società. Si ritiene che nella vicenda della Porto di Imperia spa la parte privata abbia già goduto di rilevanti favori e vantaggi basti pensare che lo stesso gruppo Caltagirone ha valorizzato il complesso delle sue partecipazioni nel Porto di Imperia in circa 176 milioni di euro (fonte Mondo Economico).
- il ricavato della cessione delle quote della Porto di Imperia spa non viene utilizzato per mettere in essere investimenti produttivi e duraturi nella città ma invece per la quasi totalità per coprire esigenze di spesa corrente e per recuperare il rispetto di vincoli di bilancio precedenti. Tali criticità di bilancio tuttavia sempre negate od occultate con alchimie contabili dalla precedente amministrazione di centro destra.
In base alle articolate motivazioni espresse l’assemblea della lista “La Sinistra per Imperia” si esprime in senso contrario alla cessione delle quote della Porto di Imperia spa proposte dall’amministrazione Strescino, ritiene che sia indispensabile preventivamente una operazione di verità e trasparenza sullo stato dei conti del Comune di Imperia e ritiene altresì che non sia buona amministrazione provvedere alla copertura della spesa corrente attraverso entrate di natura straordinaria e derivanti dalla vendita di patrimonio pubblico produttivo.
Il giorno 17/09/2009 si è riunita l’assemblea della lista “La Sinistra per Imperia” per analizzare e definire una posizione in merito alla decisione dell’amministrazione Strescino di cedere le quote di partecipazione della società Porto di Imperia spa.
Si è evidenziato innanzi tutto l’attuale posizione subalterna rispetto agli interessi privati da parte del Comune di Imperia sulla gestione dell’area del porto turistico. Tale debolezza deriva da una serie di scelte operate dal 2005 in poi a seguito dell’entrata nella società del gruppo Caltagirone che sono sintetizzabili nelle seguenti considerazioni:
- in occasione dell’ingresso del socio Caltagirone non sono state valorizzati adeguatamente i valori degli asset conferiti dalla parte pubblica (investimenti per riempimenti a mare effettuati negli anni precedenti, conferimento della società Imperia Mare, valore della progettazione e delle autorizzazioni ottenute per la realizzazione del porto).
- non è stata mantenuta una adeguata tutela degli interessi pubblici a seguito della rinuncia dei patti parasociali preesistenti e dell’esercizio diritto di opzione sul 4% del capitale a favore del socio subentrante.
Il risultato di tali scelte ha creato una situazione in cui il gruppo Caltagirone ha potuto acquisire una quota di 1/3 della società con un investimento complessivo di soli 3 milioni di euro circa.
Un ulteriore passaggio da cui si evidenzia la svendita dell’area portuale al gruppo Caltagirone e la rinuncia agli intessi pubblici della città è data dalle modalità contrattuali a seguito delle quali si è rinunciato alla realizzazione diretta della costruzione del porto. Questo affidando ad un’altra società del gruppo Caltagirone la realizzazione delle opere concedendogli in permuta il 70% delle aree portuali complessive e con l’esclusività delle aree di maggior resa economica (posti barca vendibili, posti per imbarcazioni di maggiori dimensioni, immobili di maggior valore commerciale). In sostanza con tale operazione si è consentito al gruppo Caltagirone di avere in proprie esclusive mani la gestione del 70% delle aree portuali con prevalenza assoluta di quelle più redditizie e quindi di garantire a se la maggiore redditività facendosi solo carico della gestione finanziaria e operativa delle opere di costruzione. Ci si deve domandare quindi perché, dopo aver concesso al gruppo Caltagirone l’entrata nel capitale nella società Porto di Imperia spa, con l’espressa finalità di acquisire un socio con capacità e know how per poter realizzare il porto, si sia rinunciato alla costruzione diretta per poi “subappaltarla” a così rilevante onere allo stesso gruppo Caltagirone.
Tale scelta contrattuale è stata peraltro effettuata all’interno del consiglio di amministrazione della società Porto di Imperia senza coinvolgere in alcun modo, neanche a titolo informativo, il Consiglio Comunale ed i cittadini di Imperia. Ciò è avvenuto nonostante nel consiglio di amministrazione sedessero in posizioni anche di primaria importanza membri nominati al fine di tutelare l’interesse del socio Comune e quindi della collettività imperiose.
Quanto alla decisione dell’amministrazione Strescino di cedere le quote della società Porto Imperia spa, scelta di grande rilevanza strategica per la città di Imperia, va innanzi tutto rilevato che tale scelta era assente dal programma elettorale del sindaco, il che dice molto sulla volontà di coinvolgere i cittadini imperiesi nelle valutazioni sulle scelte strategiche dell’amministrazione.
Si ritiene che tale scelta sia sbagliata e da respingere per tutta una serie di considerazioni di seguito espresse:
- la giunta Strescino chiede al Consiglio Comunale un mandato alla cessione dell’intera partecipazione della società Porto di Imperia spa riservandosi l’autonomia di procedere in più fasi alla definitiva alienazione senza dover rendere in seguito conto al Consiglio ed alla cittadinanza;
- a seguito della cessione integrale delle quote (scelta riservata alla discrezionalità della sola giunta comunale) il Comune di Imperia viene a perdere ogni ruolo e presenza e capacità di influenza in una società che gestisce un’area strategica della città, nonché la redditività futura che la gestione assicurerà;
le cessione delle quote in tale fase di avviamento dell’attività non consente una completa ed adeguata valorizzazione della partecipazione anche alla luce di eventuali ulteriori sviluppi imprenditoriali;
- nel valore della quota determinato con perizia non si tiene conto del valore aggiunto che la stessa avrebbe nel caso in cui l’acquirente si garantisse la maggioranza assoluta del capitale della società. Per cui in caso di cessione della quota al valore peritale ad uno degli altri soci (unici soggetti ragionevolmente interessati all’acquisto) lo stesso si garantirebbe a prezzo estremamente favorevole il controllo assoluto della società. Si ritiene che nella vicenda della Porto di Imperia spa la parte privata abbia già goduto di rilevanti favori e vantaggi basti pensare che lo stesso gruppo Caltagirone ha valorizzato il complesso delle sue partecipazioni nel Porto di Imperia in circa 176 milioni di euro (fonte Mondo Economico).
- il ricavato della cessione delle quote della Porto di Imperia spa non viene utilizzato per mettere in essere investimenti produttivi e duraturi nella città ma invece per la quasi totalità per coprire esigenze di spesa corrente e per recuperare il rispetto di vincoli di bilancio precedenti. Tali criticità di bilancio tuttavia sempre negate od occultate con alchimie contabili dalla precedente amministrazione di centro destra.
In base alle articolate motivazioni espresse l’assemblea della lista “La Sinistra per Imperia” si esprime in senso contrario alla cessione delle quote della Porto di Imperia spa proposte dall’amministrazione Strescino, ritiene che sia indispensabile preventivamente una operazione di verità e trasparenza sullo stato dei conti del Comune di Imperia e ritiene altresì che non sia buona amministrazione provvedere alla copertura della spesa corrente attraverso entrate di natura straordinaria e derivanti dalla vendita di patrimonio pubblico produttivo.
domenica 13 settembre 2009
Giovedì 17 alle ore 21 Assemblea
Giovedì 17 alle ore 21 nella sede di salita Ricardi, 6 ci sarà un'assemblea con tutti i sostenitori della lista "La sinistra per Imperia".
All'ordine del giorno la preparazione del Consiglio Comunale del 21 settembre in cui l'Amministrazione presenterà la delibera di vendita al privato delle azioni comunali del porto turistico.
Dovremo organizzare un'opposizione efficace che non si limiti al Consiglio Comunale. Siete tutti invitati a partecipare!
All'ordine del giorno la preparazione del Consiglio Comunale del 21 settembre in cui l'Amministrazione presenterà la delibera di vendita al privato delle azioni comunali del porto turistico.
Dovremo organizzare un'opposizione efficace che non si limiti al Consiglio Comunale. Siete tutti invitati a partecipare!
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Napoli, dal 16 al 20 settembre la prima festa di Sinistra e Libertà
Si terrà a Napoli, dal 16 al 20 settembre, la prima festa di Sinistra e Libertà. Fra le tematiche dei dibattiti: no al nucleare, sì alle energie rinnovabili, questione morale, un'altra economia per uscire dalla crisi.
Davvero molti i presenti di SeL, del mondo dell'associazionismo e della sinistra tutta.
Fai click qui per il programma.
Davvero molti i presenti di SeL, del mondo dell'associazionismo e della sinistra tutta.
Fai click qui per il programma.
venerdì 11 settembre 2009
EcoImperia: un aumento dei costi e una inutile pletora di amministratori
Comunicato Stampa.
Il Coordinamento della lista “Sinistra per Imperia” vuole esprimere la propria condanna dei nuovi assetti della società EcoImperia.
La scadenza naturale dell’Ecoimperia sarebbe a novembre del prossimo anno. Logica avrebbe voluto che il nuovo Sindaco, il quale peraltro la scorsa legislatura era Ass. all’Ecologia e diretto referente del Cda in questione, lo lasciasse nella sua operatività fino a tale data. Altra strada, meno giustificata, poteva essere quella di obbedire alla logica dello spoil sistem e quindi rinnovare completamente il CDA con l’insediamento della nuova amministrazione.
Il sindaco Strescino non ha scelto né l’una né l’altra strada e ha escogitato una soluzione intermedia, un costoso pastrocchio che non risponde a nessuna logica amministrativa seria, ma mette in luce esclusivamente la volontà del Sindaco, per calcoli elettorali e di sottogoverno, di accontentare (o non scontentare troppo) i suoi sostenitori e i suoi colleghi di partito.
Infatti tra agosto e settembre è stato allargato il CdA a sette componenti per fare posto a Davide Ghiglione che successivamente è stato nominato Presidente al posto di Faraldi.
La settimana prossima si riunirà l’assemblea dei soci che modificherà lo Statuto in modo da prevedere la possibilità di nominare non più uno, ma due Vicepresidenti. Il nuovo Vicepresidente sarà Faraldi, il Presidente spinto alle dimissioni.
Alla fine di tutto questo rigiro, l’Ecoimperia, una società di circa 80 dipendenti, sarà gestita, neanche fosse una multinazionale , da un CdA di sette membri, con un Presidente e due Vice presidenti, di cui uno di nomina privata e l’altro di nomina pubblica. Il Vice Presidente aggiuntivo riceverà lo stesso emolumento che aveva come Presidente, cioè circa 25000 € all’anno. Perciò, fermo restando che il gettone del Presidente resta uguale, si deduce in conclusione che ci troviamo di fronte a un aumento dei costi di 25000 € l’anno.
Siamo di fronte perciò a due risultati negativi: un aumento dei costi e una inutile pletora di amministratori.
Che penserà di tutto ciò il prof. Fontana nel suo monitoraggio del funzionamento delle società partecipate? Perché i cittadini imperiesi devono pagare i costi sia gestionali che economici dei difficili equilibri interni dell’Amministrazione Strescino?
Tale fatto è tanto più grave perché riguarda un’azienda chiave per la vivibilità della città. Un’azienda che, insieme al Comune, fatica a fare fronte alla gamma di servizi che sarebbero necessari per una decorosa pulizia di Imperia. Come si possono perciò sprecare decine migliaia di euro quando per esempio l’EcoImperia non ha le risorse indispensabili per organizzare una raccolta differenziata dei rifiuti veramente efficace? Oppure come si possono aumentare le cariche sociali e il numero dei membri del CdA quando con sempre maggiore insistenza si parla di aumento delle tariffe della Nettezza Urbana?
Questo comunicato è a firma del coordinamento de "La sinistra per Imperia": Luigia Bottero, Mariangela Guasco,Tommaso Lupi, Carla Nattero,Pierpaolo Ramoino, Marina Salvaterra,Lucio Sardi,Francesco Scopelliti, Mauro Servalli.
mercoledì 9 settembre 2009
Sulla vendita del porto da parte del Comune
Comunicato stampa di Carla Nattero, La Sinistra per Imperia.
E’ molto significativo che Strescino, l’assessore che al tempo di Sappa si era dichiarato contrario alla vendita delle azioni del Porto turistico, sia adesso il Sindaco che, come primo atto importante della sua amministrazione, dà il via a questa operazione che prevede nel giro di tre anni la vendita totale della quota pubblica.
E’ una decisione grave e che incide su una prospettiva talmente lunga che non può essere giustificata dalle condizioni penose del bilancio. Anzi queste condizioni di difficoltà, negate peraltro in tutta la campagna elettorale, avrebbero dovuto a portare a una riflessione ad ampio raggio sulle condizioni di risanamento del bilancio stesso invece di scegliere di dismettere l’ultimo consistente bene patrimoniale in possesso del comune di Imperia.
Siamo all’atto finale di una storia che ha visto lo sviluppo di due processi, strettamente legati da una logica comune. Da una parte la costruzione di un porto turistico enorme con una forte componente speculativa residenziale,commerciale che è di grande impatto e che stravolge il rapporto della città con il suo mare. Dall’altra la creazione di una società mista in cui la componente pubblica ha fatto continui passi indietro. Ricordo per esempio nel 2005 la rinuncia del Comune al diritto di prelazione del 4% delle azioni (che avrebbero consentito allo stesso di acquisire la maggioranza) per favorire l’ingresso di Caltagirone.
Già nel corso di quel dibattito del 2005 avevamo già preannunciato che sarebbe finita così. Che la città avrebbe consegnato ai privati per 55 anni mezzo milione di mq. di terra e di mare.
Ma il fatto che siamo a un finale preannunciato non rende questo esito meno grave e meritevole di essere contrastato con tutte le forze da chi ha a cuore le sorti della città . Certamente dall’opposizione ma soprattutto dalle forze vive cittadine, sociali culturali economiche.
In primo luogo va nettamente contrastato il fulcro politico del pensiero del Sindaco e dell’Assessore. Non è vero che la quota pubblica nel porto di Imperia non è strategica per il futuro della città. Lo è eccome. Non è vero che gli imperiesi non si accorgeranno di niente perché avranno il porto a disposizione. Capiranno a partire dal molo lungo che cosa vuol dire che i privati posseggono tutto il bacino storico, quanti percorsi saranno chiusi, quanti parcheggi saranno riservati e quanto sarà irrisoria la contrattualità da parte del pubblico. Anche il Parco Urbano rischia con questa decisione di ruotare nella sfera del privato. E, come già è stato dichiarato da qualche assessore,la manutenzione del verde può diventare gestione del parco.
Ma gli imperiesi se ne accorgeranno ancora di più per quel che riguarda lo sviluppo economico della città. La multivocazionalità del porto di Oneglia, cioè lo sviluppo anche del commerciale, del peschereccio, della crocieristica ecc... è ancora più a rischio. Già adesso la società del porto turistico spadroneggia. Questa decisione rafforza le sue posizioni e favorisce una destinazione del porto di Oneglia funzionale al gigante porto turistico,governato da logiche esclusivamente private.
E infine la cosa fondamentale: il lavoro. Una gestione del porto come mega parcheggio di posti barca è una mera operazione finanziaria. Non dà nessuna importanza a quel che serve alla città, cioè lo sviluppo dell’indotto e del lavoro. Con la dismissione della quota pubblica anche su questo aspetto i privati avranno davanti una strada più facile.
Per la parte economica mi chiedo: sarà sul serio un affare per il Comune di Imperia? Ne dubito. Per almeno due motivi. Primo: perché mi sembra che la società sia valutata in maniera troppo pessimistica. E’ vero che c’è la crisi economica ma i diritti sui posti barca sono stati venduti. Dice un settimanale economico Il Mondo, proprio nel numero attualmente in edicola, che sono stati venduti diritti - tra opzioni e posti barca - per un importo di 189 milioni. Nello stesso articolo viene presentata la perizia degli asset della subholding di Caltagirone “Porti turistici AM” nella quale il godimento del 70% dei posti barca e del costruito del Porto di Imperia in possesso dell’Acquamare viene valutato a valore contabile quasi 78 milioni ma a valore di mercato 149. E quindi non mi pare che i 25 miloni del nostro 33% della società concessionaria siano così gran cifra, anche in termini strettamente economici.
E’ molto significativo che Strescino, l’assessore che al tempo di Sappa si era dichiarato contrario alla vendita delle azioni del Porto turistico, sia adesso il Sindaco che, come primo atto importante della sua amministrazione, dà il via a questa operazione che prevede nel giro di tre anni la vendita totale della quota pubblica.
E’ una decisione grave e che incide su una prospettiva talmente lunga che non può essere giustificata dalle condizioni penose del bilancio. Anzi queste condizioni di difficoltà, negate peraltro in tutta la campagna elettorale, avrebbero dovuto a portare a una riflessione ad ampio raggio sulle condizioni di risanamento del bilancio stesso invece di scegliere di dismettere l’ultimo consistente bene patrimoniale in possesso del comune di Imperia.
Siamo all’atto finale di una storia che ha visto lo sviluppo di due processi, strettamente legati da una logica comune. Da una parte la costruzione di un porto turistico enorme con una forte componente speculativa residenziale,commerciale che è di grande impatto e che stravolge il rapporto della città con il suo mare. Dall’altra la creazione di una società mista in cui la componente pubblica ha fatto continui passi indietro. Ricordo per esempio nel 2005 la rinuncia del Comune al diritto di prelazione del 4% delle azioni (che avrebbero consentito allo stesso di acquisire la maggioranza) per favorire l’ingresso di Caltagirone.
Già nel corso di quel dibattito del 2005 avevamo già preannunciato che sarebbe finita così. Che la città avrebbe consegnato ai privati per 55 anni mezzo milione di mq. di terra e di mare.
Ma il fatto che siamo a un finale preannunciato non rende questo esito meno grave e meritevole di essere contrastato con tutte le forze da chi ha a cuore le sorti della città . Certamente dall’opposizione ma soprattutto dalle forze vive cittadine, sociali culturali economiche.
In primo luogo va nettamente contrastato il fulcro politico del pensiero del Sindaco e dell’Assessore. Non è vero che la quota pubblica nel porto di Imperia non è strategica per il futuro della città. Lo è eccome. Non è vero che gli imperiesi non si accorgeranno di niente perché avranno il porto a disposizione. Capiranno a partire dal molo lungo che cosa vuol dire che i privati posseggono tutto il bacino storico, quanti percorsi saranno chiusi, quanti parcheggi saranno riservati e quanto sarà irrisoria la contrattualità da parte del pubblico. Anche il Parco Urbano rischia con questa decisione di ruotare nella sfera del privato. E, come già è stato dichiarato da qualche assessore,la manutenzione del verde può diventare gestione del parco.
Ma gli imperiesi se ne accorgeranno ancora di più per quel che riguarda lo sviluppo economico della città. La multivocazionalità del porto di Oneglia, cioè lo sviluppo anche del commerciale, del peschereccio, della crocieristica ecc... è ancora più a rischio. Già adesso la società del porto turistico spadroneggia. Questa decisione rafforza le sue posizioni e favorisce una destinazione del porto di Oneglia funzionale al gigante porto turistico,governato da logiche esclusivamente private.
E infine la cosa fondamentale: il lavoro. Una gestione del porto come mega parcheggio di posti barca è una mera operazione finanziaria. Non dà nessuna importanza a quel che serve alla città, cioè lo sviluppo dell’indotto e del lavoro. Con la dismissione della quota pubblica anche su questo aspetto i privati avranno davanti una strada più facile.
Per la parte economica mi chiedo: sarà sul serio un affare per il Comune di Imperia? Ne dubito. Per almeno due motivi. Primo: perché mi sembra che la società sia valutata in maniera troppo pessimistica. E’ vero che c’è la crisi economica ma i diritti sui posti barca sono stati venduti. Dice un settimanale economico Il Mondo, proprio nel numero attualmente in edicola, che sono stati venduti diritti - tra opzioni e posti barca - per un importo di 189 milioni. Nello stesso articolo viene presentata la perizia degli asset della subholding di Caltagirone “Porti turistici AM” nella quale il godimento del 70% dei posti barca e del costruito del Porto di Imperia in possesso dell’Acquamare viene valutato a valore contabile quasi 78 milioni ma a valore di mercato 149. E quindi non mi pare che i 25 miloni del nostro 33% della società concessionaria siano così gran cifra, anche in termini strettamente economici.
domenica 6 settembre 2009
Lo spettacolo è l'entroterra!
Lo spettacolo è l'entroterra. E' stato lo slogan di una campagna di promozione dell'entroterra imperiese voluta dall'amministrazione provinciale qualche tempo fa, ma è anche ciò che mi torna in mente quando vedo le condizioni di incuria a cui versano alcune zone del nostro territorio.
Le foto che pubblico mostrano la strada che porta ad uno dei monumenti segnalato su ogni guida turistica della nostra città, il santuario medioevale di Montegrazie.
Anche l'ottimo ImperiaParla si è occupato di questo; nei commenti di ImperiaParla vedo anche un impegno da parte di personalità legate all'amministrazione comunale a fare qualche cosa in merito... speriamo che dal battere pugni sui tavoli e dall'odiare i dossi si passi a qualche cosa di più concreto.
Le foto che pubblico mostrano la strada che porta ad uno dei monumenti segnalato su ogni guida turistica della nostra città, il santuario medioevale di Montegrazie.
Anche l'ottimo ImperiaParla si è occupato di questo; nei commenti di ImperiaParla vedo anche un impegno da parte di personalità legate all'amministrazione comunale a fare qualche cosa in merito... speriamo che dal battere pugni sui tavoli e dall'odiare i dossi si passi a qualche cosa di più concreto.
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Lo stato dei torrenti a Imperia
Non posso davvero esimermi dal segnalare questo post apparso su ImperiaParla dal titolo Lo stato dei torrenti a Imperia. Una foto del torrente Caramagna che si commenta da sola...
giovedì 3 settembre 2009
Interrogazione su via Cascione
Doppia interrogazione con risposta in Consiglio Comunale, da parte di Carla Nattero, consigliere comunale della lista 'La Sinistra per Imperia':
La prima riguarda la parte bassa di via Cascione che vede serrande abbassate, magazzini in attesa di essere affittati o venduti (almeno sei o sette): "Considerato che ciò è la spia evidente - scrive la Nattero - di una difficoltà di rilancio economico della zona che ha bisogno di una pluralità di interventi pubblici e privati per rinascere; osservato che il primo compito dell’Amministrazione è comunque quello di evitare che i negozi e i magazzini chiusi inducano al degrado ambientale, rendendo difficile la valorizzazione delle poche imprese che recentemente si sono insediate in questa parte della strada; sottolineato che tale fenomeno negativo è in atto da tempo, basti vedere la spazzatura ammucchiata tra il cancelletto d’ingresso e la porta d’entrata ai numeri civici 208 e 224 di via Cascione, nonché la generica sporcizia dei vetri e dell’entrata di altri magazzini vuoti, chiedo:
• di considerare la parte bassa (cioè a partire dalla Galleria) di Via Cascione come una priorità assoluta nei programmi di decoro urbano e di rilancio dell’attività economica cittadina;
• di avviare, in accordo con i proprietari, un’opera di pulizia di base dei magazzini vuoti, rimuovendo in primo luogo la spazzatura accumulata da mesi.
La seconda è stata preparata visto che nel centro di Porto Maurizio, in particolare nella parte bassa di via Cascione, alla Foce, in via Oreggia, magazzini già adibiti a locali commerciali sono stati trasformati in abitazioni: "Osservato che ciò contribuisce alla trascuratezza del centro (con lunghi periodi di chiusura oppure, quando sono utilizzati, con stendibiancheria collocati sui marciapiedi o nelle piazzette storiche) e che comunque in molti casi costringe gli inquilini a condizioni di abitabilità precarie o inesistenti; ricordato che nel 2005 il Consiglio Comunale ha approvato una variante all’art. 22 delle NTA allo scopo di vietare la trasformazione in locali abitativi dei magazzini commerciali al piano terra, quando sono prospettanti sulle vie e piazze pubbliche dei centri storici cittadini, chiedo:
• di monitorare quanti sono i locali abitativi in tali condizioni a Porto Maurizio in primo luogo e negli altri centri storici cittadini;
• di verificare per tutti la sussistenza delle condizioni di abitabilità (per esempio la presenza di una sufficiente aerazione );
• di verificare quanti sono in regola con il cambio di destinazione d’uso e quanti invece sono stati trasformati da magazzini commerciali a locali abitativi successivamente al 2005 e quindi sono abusivi;
• di eliminare gli abusi facendo tornare le abitazioni alla condizione precedente di locali commerciali;
• di imporre ai proprietari in possesso di una regolare autorizzazione al cambio di destinazione d’uso e di una regolare certificazione di abitabilità delle modalità di utilizzo delle stesse abitazioni nel rispetto del decoro urbano.
La prima riguarda la parte bassa di via Cascione che vede serrande abbassate, magazzini in attesa di essere affittati o venduti (almeno sei o sette): "Considerato che ciò è la spia evidente - scrive la Nattero - di una difficoltà di rilancio economico della zona che ha bisogno di una pluralità di interventi pubblici e privati per rinascere; osservato che il primo compito dell’Amministrazione è comunque quello di evitare che i negozi e i magazzini chiusi inducano al degrado ambientale, rendendo difficile la valorizzazione delle poche imprese che recentemente si sono insediate in questa parte della strada; sottolineato che tale fenomeno negativo è in atto da tempo, basti vedere la spazzatura ammucchiata tra il cancelletto d’ingresso e la porta d’entrata ai numeri civici 208 e 224 di via Cascione, nonché la generica sporcizia dei vetri e dell’entrata di altri magazzini vuoti, chiedo:
• di considerare la parte bassa (cioè a partire dalla Galleria) di Via Cascione come una priorità assoluta nei programmi di decoro urbano e di rilancio dell’attività economica cittadina;
• di avviare, in accordo con i proprietari, un’opera di pulizia di base dei magazzini vuoti, rimuovendo in primo luogo la spazzatura accumulata da mesi.
La seconda è stata preparata visto che nel centro di Porto Maurizio, in particolare nella parte bassa di via Cascione, alla Foce, in via Oreggia, magazzini già adibiti a locali commerciali sono stati trasformati in abitazioni: "Osservato che ciò contribuisce alla trascuratezza del centro (con lunghi periodi di chiusura oppure, quando sono utilizzati, con stendibiancheria collocati sui marciapiedi o nelle piazzette storiche) e che comunque in molti casi costringe gli inquilini a condizioni di abitabilità precarie o inesistenti; ricordato che nel 2005 il Consiglio Comunale ha approvato una variante all’art. 22 delle NTA allo scopo di vietare la trasformazione in locali abitativi dei magazzini commerciali al piano terra, quando sono prospettanti sulle vie e piazze pubbliche dei centri storici cittadini, chiedo:
• di monitorare quanti sono i locali abitativi in tali condizioni a Porto Maurizio in primo luogo e negli altri centri storici cittadini;
• di verificare per tutti la sussistenza delle condizioni di abitabilità (per esempio la presenza di una sufficiente aerazione );
• di verificare quanti sono in regola con il cambio di destinazione d’uso e quanti invece sono stati trasformati da magazzini commerciali a locali abitativi successivamente al 2005 e quindi sono abusivi;
• di eliminare gli abusi facendo tornare le abitazioni alla condizione precedente di locali commerciali;
• di imporre ai proprietari in possesso di una regolare autorizzazione al cambio di destinazione d’uso e di una regolare certificazione di abitabilità delle modalità di utilizzo delle stesse abitazioni nel rispetto del decoro urbano.
sabato 29 agosto 2009
Abusivissima 2009 - le foto (pomeriggio 2)
Abusivissima 2009 - le foto (pomeriggio 1)
Abusivissima 2009 - le foto (mattina 1)
venerdì 21 agosto 2009
Abuivissima 2009 (citazione) - sabato 29 agosto
“Quando Quinto saliva alla sua villa, un tempo dominante la distesa dei tetti della città nuova e i bassi quartieri della marina e del porto, più in qua il mucchio di case muffite e lichenose della città vecchia, tra il versante della collina a ponente dove sopra gli orti si infittiva l’oliveto, e, a levante, un reame di ville e alberghi verdi come un bosco, sotto il dosso brullo dei campi di garofani scintillanti di serre fino al Capo: ora più nulla, non vedeva che un sovrapporsi geometrico di parallelepipedi e poliedri, spigoli e lati di case, di qua e di là, tetti, finestre, muri ciechi con solo i finestrini smerigliati dei gabinetti uno sopra l’altro”
ITALO CALVINO – LA SPECULAZIONE EDILIZIA
Abusivissima 2009 - sabato 29 agosto
Ci sono molti modi per devastare il territorio. Si può inondare una periferia urbana con complessi industriali distruggendo l'ambiente ma producendo lavoro. Un compromesso accettato in nome dell'occupazione. Ma se una devastazione viene portata avanti senza compromessi, senza una contropartita, senza il lavoro? Si può accettare che una regione costituita da una breve striscia di terra tra mare e monti, veda un'immensa lingua di cemento dividere questi due elementi?
Lungo il nostro litorale c'erano camminamenti marini che affascinavano i poeti romantici inglesi dell'ottocento, tutto questo è scomparso. Ora ci restano gli abusi di chi costruisce edilizia residenziale, vende porti futuristici e immensi complessi turistici non tenendo conto né del cittadino, né del paesaggio, lasciando l'ennesimo parcheggio di barche a brancolare come una cattedrale nel deserto.
Caltagirone ha una storia trista e questo è documentato dai suoi precedenti lavori in Italia.
Si è espanso nel sistema azionario di “Porto di Imperia SPA” tramite la società “Acqua Marcia” in poco tempo ed ora ci troviamo un porto in cui il settore pubblico è stato pressoché espulso.
Caltagirone ha trattato per entrare in possesso del 70% di qualsiasi opera che è stata e verrà costruita, di conseguenza, alla conclusione dell'intera struttura, diventerà proprietario di quasi tutta la totalità del sistema portuale. Il tutto senza rischiare nulla di tasca sua, trattandosi di denaro “sulla carta”, riferito alla vendita dei posti barca. Non male per chi si è presentato come un grande benefattore per la città …
Il Comune attualmente compromesso nel sistema societario si è reso complice di un abuso edilizio, “il famoso capannone” su cui sta indagando la Procura e, multato dagli organismi preposti, si trova a sanzionare se stesso. La risposta della nuova amministrazione è quella di vendere anche il 10% che è rimasto pubblico, attestando di fatto l’enorme regalo che Imperia ha fatto agli speculatori privati.
Non solo il Comune paga la presenza dell'imprenditore romano. Anche i più illustri imprenditori locali (che facevano capo ad Imperia Sviluppo SPA) sono di fatto tagliati fuori dall'affaire “Porto Imperia”, grazie a giochi societari che li hanno estromessi da qualunque potere decisionale.
Anche grazie alla lunga catena di appalti e sub appalti che distanzia le fonti di liquidità dagli esecutori materiali delle opere si è già arrivati al fallimento di una ditta locale (i cui operai si trovano ora disoccupati e non pagati). E' facile immaginare che potrebbe non essere un caso isolato.
Ipotizziamo uno scenario doppio. Ipotizziamo che il porto vada bene, funzioni nel modo da loro previsto. Si creerebbe una zona costiera limitrofa al mare (espansa su tutto il litorale cittadino) di lusso ma separata dalla città, tale per cui le persone meno abbienti, causa affitti e costo della vita, verrebbero espulse verso l'entroterra.
Contrariamente, nella seconda ipotesi, nel caso in cui il porto non funzionasse, ci troveremmo con l'ennesimo cimitero di barche.
Non accettiamo questo immaginario. Vogliamo un territorio a misura d'uomo, in cui il cittadino sia immerso nel contesto naturale senza il minimo impatto su di esso.
Crediamo che chi vive, lavora e studia in queste terre abbia maggiore voce in capitolo di chi ha deciso di comprare un'immensa area di questa città, di chi costruirà un porto in cui i normali cittadini non potranno mettere piede, di chi ha costruito un parco urbano, ma avrebbe preferito un campo da golf.
Chiediamo all'amministrazione comunale di aumentare la capacità decisionale del pubblico rispetto al privato all'interno del porto turistico, in modo che il cittadino possa trarre maggiori vantaggi e maggiore forza contrattuale nei confronti di quegli imprenditori che di questo passo potrebbero chiudere le banchine agli imperiesi e ai pescatori, fino a impossessarsi del grande evento delle “Vele d'Epoca”.
Ci troveremo sabato 29 agosto da liberi imperiesi, costruiremo in spiaggia un capannone senza chiedere nessuna autorizzazione dimostrando che dove è tollerato un abuso sul litorale possono esserne tollerate altri. Intorno a questa struttura prenderemo il sole, balleremo e parleremo di territorio con Marco Preve (Giornalista La Repubblica) e Nicola Podestà (ex Direttore Osservatorio Meteorologico di Imperia). Con noi ci saranno tutti quei cittadini liberi che credono che il turismo debba essere sano e responsabile. La sera abbatteremo il mostro, dimostrando che a noi piace il mare senza il cemento, quello delle spiagge alla portata di tutti, senza stabilimenti e barriere all'ingresso. Quella stessa concezione di balneazione che porterebbe qui migliaia di vacanzieri che in tempo di crisi non riescono a reggere spese di ombrelloni, lettini e yacht. Rimuoveremo il capannone perché a noi piace ancora osservare (come direbbe Fabrizio De André) “il lenzuolo che gonfia sul cavo dell'onda”.
Gli organizzatori:
Giovani Democratici - Giovani Comunisti - Sinistra per Imperia- Con Imperia - CSOA La Talpa e l’Orologio – Liberamente - ARCI ACPO - ARCI Guernica- Garabombo l'invisibile - Collettivo Studentesco il Bombarolo
Dichiarazioni di Carla Nattero
Dichiarazioni di Carla Nattero, consigliere comunale della lista La Sinistra per Imperia.
Avevamo sostenuto in campagna elettorale che il bilancio del Comune di Imperia era in forte sofferenza e che il mantenimento del patto di stabilità era stato assicurato solo da espedienti formali. Quanto avevamo detto si sta confermando, sotto il sole di ferragosto, clamorosamente vero. Avevamo aggiunto che i provvedimenti da assumere erano sottaciuti e rimossi poiché si era in campagna elettorale ma che sarebbe venuto rapidamente il tempo delle scelte dolorose. Anche questa previsione si sta realizzando.
Il sindaco Strescino e la sua giunta hanno deciso di fare fronte al bilancio in crisi facendo
cassa a tutti i costi, anche assumendo decisioni non condivise nella scorsa amministrazione dagli stessi alleati di governo.
Mi riferisco in primo luogo alla vendita delle quote della partecipazione comunale alla società del porto turistico. Una scelta gravissima e sbagliata perché toglie al Comune ogni residua possibilità di intervento sul porto turistico, una componente delicatissima per il futuro della città. L’Amministrazione ritiene che la misura della partecipazione azionaria sia irrilevante perché è in totale sintonia con l’impostazione di Caltagirone. Ma guardando un po’ più in là si deve sottolineare con forza che questa eventuale decisione pregiudica la possibilità di intervenire sul porto turistico, non alla giunta Strescino, ma al Comune di Imperia in quanto tale e quindi ai cittadini imperiesi per i prossimi cinquant’anni.
L’amministrazione non pensi di operare questa vendita decidendola tra giunta e Consiglio di Amministrazione, deve esserne coinvolto l’intero Consiglio Comunale. E se cosi non fosse sono sicura che tutta l’opposizione chiederà autonomamente, visto che rientra nei suoi poteri, una seduta apposita di Consiglio per affrontare l’argomento.
Altra scelta accantonata in campagna elettorale perché impopolare è la vendita di Villa Carpeneto che adesso naturalmente si ripropone. I motivi del nostro no sono gli stessi di prima. La novità è che adesso l’amministrazione per venderla più facilmente cerca di convincere la Sopraintendenza a togliere il vincolo (cioè la richiesta che la Villa sia adibita dagli acquirenti privati a funzioni aperte al pubblico, perciò no al residenziale esclusivo, sì praticamente a tutto il resto). Il vincolo, peraltro piuttosto blando, è assolutamente giustificato visto le caratteristiche della villa, il giardino in cui è immersa , attualmente ancora pubblico, e considerata la funzione scolastica e sociale che la stessa ha avuto in tutto il Novecento.
Mi auguro che la Sopraintendenza non si faccia convincere perché, viste le premesse, l’eliminazione del vincolo ovviamente aprirebbe la strada a qualche scempio e credo anche che implicherebbe la vendita del giardino, rimasto comunale per una forte pressione di alcune componenti della precedente maggioranza e di tutta l’opposizione.
Avevamo sostenuto in campagna elettorale che il bilancio del Comune di Imperia era in forte sofferenza e che il mantenimento del patto di stabilità era stato assicurato solo da espedienti formali. Quanto avevamo detto si sta confermando, sotto il sole di ferragosto, clamorosamente vero. Avevamo aggiunto che i provvedimenti da assumere erano sottaciuti e rimossi poiché si era in campagna elettorale ma che sarebbe venuto rapidamente il tempo delle scelte dolorose. Anche questa previsione si sta realizzando.
Il sindaco Strescino e la sua giunta hanno deciso di fare fronte al bilancio in crisi facendo
cassa a tutti i costi, anche assumendo decisioni non condivise nella scorsa amministrazione dagli stessi alleati di governo.
Mi riferisco in primo luogo alla vendita delle quote della partecipazione comunale alla società del porto turistico. Una scelta gravissima e sbagliata perché toglie al Comune ogni residua possibilità di intervento sul porto turistico, una componente delicatissima per il futuro della città. L’Amministrazione ritiene che la misura della partecipazione azionaria sia irrilevante perché è in totale sintonia con l’impostazione di Caltagirone. Ma guardando un po’ più in là si deve sottolineare con forza che questa eventuale decisione pregiudica la possibilità di intervenire sul porto turistico, non alla giunta Strescino, ma al Comune di Imperia in quanto tale e quindi ai cittadini imperiesi per i prossimi cinquant’anni.
L’amministrazione non pensi di operare questa vendita decidendola tra giunta e Consiglio di Amministrazione, deve esserne coinvolto l’intero Consiglio Comunale. E se cosi non fosse sono sicura che tutta l’opposizione chiederà autonomamente, visto che rientra nei suoi poteri, una seduta apposita di Consiglio per affrontare l’argomento.
Altra scelta accantonata in campagna elettorale perché impopolare è la vendita di Villa Carpeneto che adesso naturalmente si ripropone. I motivi del nostro no sono gli stessi di prima. La novità è che adesso l’amministrazione per venderla più facilmente cerca di convincere la Sopraintendenza a togliere il vincolo (cioè la richiesta che la Villa sia adibita dagli acquirenti privati a funzioni aperte al pubblico, perciò no al residenziale esclusivo, sì praticamente a tutto il resto). Il vincolo, peraltro piuttosto blando, è assolutamente giustificato visto le caratteristiche della villa, il giardino in cui è immersa , attualmente ancora pubblico, e considerata la funzione scolastica e sociale che la stessa ha avuto in tutto il Novecento.
Mi auguro che la Sopraintendenza non si faccia convincere perché, viste le premesse, l’eliminazione del vincolo ovviamente aprirebbe la strada a qualche scempio e credo anche che implicherebbe la vendita del giardino, rimasto comunale per una forte pressione di alcune componenti della precedente maggioranza e di tutta l’opposizione.
venerdì 14 agosto 2009
Retate: il frutto bacato di una legge sbagliata
Dichiarazione di Carla Nattero de La Sinistra per Imperia
Sono da condannare le retate sulle spiagge cittadine fatte ieri pomeriggio. Si tratta certamente del frutto bacato di una legge sbagliata che fa diventare la clandestinità di per se stessa un crimine.
Ma il fatto rivela anche la volontà da parte del Comune (che ha impiegato i suoi Vigili) di allestire delle operazioni propagandistiche, chiamando pure la Tv locale, che non hanno nessun effetto pratico nei confronti della vera criminalità e vanno esclusivamente a discapito di giovani uomini che con gran fatica e gran sudore vendono sulle spiagge la loro merce, peraltro non contraffatta: esattamente come facevano trenta-anni fa sulle stesse spiagge donne e uomini meridionali con i secchi pieni di ghiaccio e bibite.
Mi ha fatto molto piacere leggere questa mattina che concittadini e turisti si sono indignati.
Vuol dire che la pietà non è morta e c’è ancora nelle persone la capacità di fare distinzione tra i delinquenti e chi con gran fatica lavora per mantenere se stesso e la famiglia lontana.
Mi auguro e lo verificherò nei prossimi giorni che il Comune, nonostante il decreto sicurezza,non diventi persecutorio: in primo luogo nei confronti delle necessità dei bambini figli di extracomunitari.
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mercoledì 12 agosto 2009
Sull’approvazione della variante del Porto turistico
Dichiarazione di Carla Nattero, consigliere comunale della lista La Sinistra per Imperia.
“Finché non possiedo gli atti e non posso leggere con cura le prescrizioni della delibera regionale e i verbali delle due Conferenze di Servizi non sono in grado di dare un giudizio generale sull’approvazione della variante del Porto turistico. Cosa che penso di essere in grado di fare entro pochi giorni.
In prima battuta mi sembra opportuno sottolineare due aspetti. L’attribuzione al soggetto attuatore della manutenzione (e non della gestione come è stato erroneamente indicato) del parco urbano è un fatto positivo. Tale onere aggiuntivo riconosce implicitamente la validità delle considerazioni dell’opposizione che più volte ha sottolineato in Consiglio i vantaggi che, con la nuova variante, il privato veniva ad acquisire a scapito del pubblico. Questo ulteriore onere a carico del privato riequilibra in parte la bilancia rendendo la gestione del parco meno onerosa per il Comune. Ovviamente, per misurare la importanza effettiva di questa prescrizione, occorre vedere quali saranno le modalità di manutenzione che il privato dovrà assumersi. Questo aspetto che è essenziale, perché da ciò dipende la qualità del parco, è demandato a un successivo atto convenzionale che deve stipulare il Comune di Imperia con il soggetto attuatore. Perciò è necessario seguire da vicino il profilo della convenzione e chiedo già da ora che tale atto, come è previsto per le convenzioni, sia portato in Commissione e discusso dal Consiglio Comunale.
Il secondo aspetto è quello relativo al capannone. Non è stato approvato,è stato stralciato dalla variante ed è questo il dato fondamentale che non va sottovalutato. Anche qui si tratta di un riconoscimento implicito della fondatezza delle osservazioni di Verda e Zagarella. E’ in corso un’indagine della magistratura sull’abuso. E inoltre è chiaro, al di là degli adattamenti estetici, che siamo in presenza di un aumento volumetrico del Capannone rispetto al consentito che ha portato il soggetto attuatore a superare la quantità massima di volumi ammessa dal PRP. Che tale complessa questione si possa risolvere in un mese mi sembra il frutto di un eccesso di ottimismo dell’Ass. Lanteri o di una sua eccessiva fiducia, questa sì tutta politica, nei poteri di un ministero amico.”
“Finché non possiedo gli atti e non posso leggere con cura le prescrizioni della delibera regionale e i verbali delle due Conferenze di Servizi non sono in grado di dare un giudizio generale sull’approvazione della variante del Porto turistico. Cosa che penso di essere in grado di fare entro pochi giorni.
In prima battuta mi sembra opportuno sottolineare due aspetti. L’attribuzione al soggetto attuatore della manutenzione (e non della gestione come è stato erroneamente indicato) del parco urbano è un fatto positivo. Tale onere aggiuntivo riconosce implicitamente la validità delle considerazioni dell’opposizione che più volte ha sottolineato in Consiglio i vantaggi che, con la nuova variante, il privato veniva ad acquisire a scapito del pubblico. Questo ulteriore onere a carico del privato riequilibra in parte la bilancia rendendo la gestione del parco meno onerosa per il Comune. Ovviamente, per misurare la importanza effettiva di questa prescrizione, occorre vedere quali saranno le modalità di manutenzione che il privato dovrà assumersi. Questo aspetto che è essenziale, perché da ciò dipende la qualità del parco, è demandato a un successivo atto convenzionale che deve stipulare il Comune di Imperia con il soggetto attuatore. Perciò è necessario seguire da vicino il profilo della convenzione e chiedo già da ora che tale atto, come è previsto per le convenzioni, sia portato in Commissione e discusso dal Consiglio Comunale.
Il secondo aspetto è quello relativo al capannone. Non è stato approvato,è stato stralciato dalla variante ed è questo il dato fondamentale che non va sottovalutato. Anche qui si tratta di un riconoscimento implicito della fondatezza delle osservazioni di Verda e Zagarella. E’ in corso un’indagine della magistratura sull’abuso. E inoltre è chiaro, al di là degli adattamenti estetici, che siamo in presenza di un aumento volumetrico del Capannone rispetto al consentito che ha portato il soggetto attuatore a superare la quantità massima di volumi ammessa dal PRP. Che tale complessa questione si possa risolvere in un mese mi sembra il frutto di un eccesso di ottimismo dell’Ass. Lanteri o di una sua eccessiva fiducia, questa sì tutta politica, nei poteri di un ministero amico.”
lunedì 10 agosto 2009
sabato 8 agosto 2009
Profondamente colpiti per la scomparsa di Oscar Marchisio
Comunicato Stampa
Profondamente colpiti per la scomparsa dell'amico e compagno Oscar Marchisio Sinistra per Imperia esprime il più sentito cordoglio alla Famiglia e ai Compagni tutti.
Al di là di ciò che si può esprimere con le parole, già tutte dette, a noi non resta che ricordarlo sempre nelle scelte di solidarietà verso gli ultimi, difesa dell'ambiente, di democrazia e di libertà.
per "La Sinistra per Imperia"
Tommaso Lupi
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