venerdì 4 maggio 2012

Sulla refezione scolastica

Vorrei contribuire a una riflessione sulla refezione scolastica e sui servizi scolastici educativi, a partire dai fatti.

Mi sembra sbagliato utilizzare la giusta preoccupazione dei lavoratori e delle lavoratrici della SERIS per alzare polveroni, il cui unico fine non è risolvere i problemi ma annebbiare la situazione, confondere le responsabilità e soprattutto non fare quello che si può fare.

Il mio è un discorso che vuole essere razionale, in questo senso spero che possa essere ascoltato.

Se, invece, il Sindaco non vuole risolvere i problemi ma li vuole semplicemente agitare per aumentare il consenso attorno alla sua figura, allora sicuramente le mie parole saranno inutili.

Sulla base della interpretazione di recenti leggi sull'affidamento dei servizi pubblici, due delibere di Giunta Comunale, una del 30 agosto 2011,l'altra dell '11 dicembre 2011,stabilivano,in parallelo con l'affido trimestrale alla SERIS dei servizi, che ciò non sarebbe stato più possibile a fare data dal 31/3/2012 e che perciò sarebbe stato necessario valutare l'esternalizzazione dei servizi.

Da qui è nato un forte dibattito in città,animato dal Comitato dei genitori( di cui uno dei portavoce, l'avv.Berlinguer, è ora assessore al ramo) e da numerosi interventi della minoranza, contraria al servizio privato e preoccupata anche per la qualità della refezione.

Il dibattito trova uno sbocco in consiglio perchè la minoranza fa inserire il punto all'odg nel consiglio comunale del 6 dicembre 2011; la delibera presentata da tutta la minoranza sollecitava un progetto alternativo a quello delineato dalle delibere di giunta citate, dava indicazioni per mantenere pubblico il cuore dei servizi, per sganciare dal pacchetto mensa i servizi scolastici,affidandoli alla SERIS,e in conclusione chiedeva su questa proposta un confronto con la giunta. Questa delibera viene respinta con 21 voti contrari (tra cui quello del Sindaco) e 14 voti favorevoli. E' nel consiglio del 6 dicembre che il sindaco,volgendo a noi della minoranza ostentamente le spalle, incita quelli che allora erano i suoi consiglieri del PDL ad andare senza esitazioni alla gara per la privatizzazione delle mense.

Il 5 marzo c'è il patatrac. Successivamente il Sindaco azzera la giunta, ne forma una tecnica, con la nomina significativa della Berlinguer ai servizi scolastici e nello stesso tempo indica uno dei temi della svolta in una diversa ipotesi di gestione della refezione.

Da allora che cosa ha concretamente fatto?

Nel periodo di interregno tra la vecchia e la nuova giunta c'è stata una determina dirigenziale del 28 marzo 2012 in cui per motivi di urgenza venivano affidati i servizi scolastici alla SERIS fino alla fine del corrente anno scolastico. Nello stesso tempo la dirigente sottolineava che la legge concedeva più tempo, non più fino a marzo ma fino al 31/12/2012,per rivedere gli affidamenti dei servizi e quindi che la stessa dirigente “sta curando l'istruttoria del processo di esternalizzazione” “potendosi confrontare con un arco temporale di più vasto respiro”.Quindi il 28 marzo c'è stata la scontata proroga alla SERIS, ma l'input politico non è cambiato di un filo da quello delle delibere di giunta 2011 , sempre di “esternalizzazione” si parla.

Il secondo e ultimo atto pubblico è stato una delibera della giunta tecnica del 12 aprile 2012, in cui si ratifica la delibera dirigenziale citata, se ne condividono i presupposti e si conferma la volontà di esternalizzazione, sottolineando che la legge nel frattempo ha posto paletti ancora più rigidi per l'affidamento diretto dei servizi a società totalmente pubbliche.

Questa è la storia come sono in grado io di ricostruirla. Tutti questi dati noiosi per dire che cosa?

Il Sindaco è perfettamente legittimato, se vuole e se ha le idee, di portare in giunta una delibera che riveda gli indirizzi finalizzati alla privatizzazione delle delibere,anch’esse di giunta, dell'agosto e del dicembre 2011, proponendo un'alternativa alla esternalizzazione. Una delibera di giunta “salva mense”,insomma.

Noi di Sinistra per Imperia ,ma penso che ciò valga anche per le altre forze dell'opposizione “storica”, siamo disponibili al confronto e a riproporre le idee che sono state bocciate nel Consiglio del 6 dicembre 2011.

Crediamo che una delibera di giunta che delinei una architettura credibile e responsabile dei servizi scolastici, mantenendoli in capo al pubblico possa essere un indicazione chiara per il Commissario prefettizio. Noi ovviamente non mancheremo di trovare le forme i modi per esprimere il nostro accordo,se la soluzione trovata sarà convincente.

Quello che il Sindaco non può fare è lasciare passare il tempo, non affrontare i problemi, continuare semplicemente agitarli per costruire un clima di eterna emergenza.

Il Sindaco non ha una maggioranza e ne deve prendere atto, invece di addossare le responsabilità di tutti i problemi alla minoranza che non lo sostiene.

La minoranza sulla refezione e sulla SERIS responsabilità non ne ha nemmeno mezza e ,anzi, se a dicembre fosse stata ascoltata non saremmo al punto attuale.


Carla Nattero

giovedì 26 aprile 2012

La situazione di emergenza legata alle misure straordinarie necessarie per difendere gli interessi comunali nei confronti della megatruffa del porto turistico è finita

Vorremmo dire al Sindaco che la sinistra non gli intende impedire certo di fare politica né ora né in futuro. Né lo vogliamo, né è in nostro potere farlo. Sono i cittadini che danno legittimità con il voto alla presenza in Consiglio, alla sua come alla nostra. Diciamo semplicemente che la situazione di emergenza legata alle misure straordinarie necessarie per difendere gli interessi comunali nei confronti della megatruffa del porto turistico è finita. I partiti hanno fatto i loro confronti, le loro riflessioni, dando al Sindaco ulteriore tempo. A questo punto si avvicina la verifica definitiva. Il Sindaco ha una maggioranza alternativa alla precedente? Dalle prese di posizione di questi giorni non ci risulta proprio che sia così. E quindi deve trarne le inevitabili conseguenze. Non vogliamo proporre balletti politici o ragionamenti capziosi, è in gioco la democrazia e il governo della città. Senza una maggioranza non si governa. Ricordiamo che il 30 aprile scade il consuntivo e in Consiglio non c’è la maggioranza per approvarlo. All’orizzonte c’è un bilancio difficilissimo e non c’è allo stesso modo la maggioranza. La macchina amministrativa sta impantanandosi sempre per la stessa questione, cioè quella di un sindaco in sella ma senza maggioranza. Anche gli stessi punti di programma sbandierati dal Sindaco con il tempo perdono efficacia. Perché per una parte di essi (ad esempio il tempo libero estivo) ha già avuto abbondante possibilità per dare se può, una risposta positiva alle famiglie, per altri (refezione scolastica), dopo aver dato la proroga alla SERIS non può fare altro se non proporre alla giunta di approvare una nuova delibera di indirizzo che cancelli quella varata a inizio anno scolastico, tutta indirizzata alla privatizzazione del servizio e peraltro da lui stesso ispirata. Anche questo, se vuole, lo può fare in pochissimi giorni. Per la gara di appalto dei rifiuti, il livello politico non ha più alcun ruolo: dall’indizione della gara in poi per legge la procedura è definita dai tecnici e dal bando che dispone anche le forme di salvaguardia dei diritti del personale esistente. E poi arriviamo al vero punctum dolens: le Vele d’ Epoca. Noi riteniamo che sia giusto che all’edizione di quest’anno partecipi un commissario prefettizio e non la figura istituzionale del sindaco. Perché la presenza del commissario a Calata Anselmi è il simbolo più efficace del fatto che la città di Imperia ha voltato pagina e ha tagliato con il passato, con gli scandali e con l’arroganza di quella politica che, a difesa del proprio potere, conta perfino gli aggettivi dei discorsi, come del resto Strescino ben sa.

martedì 3 aprile 2012

Sulla nuova giunta varata dal Sindaco di Imperia, Paolo Strescino

Dichiarano Carla Nattero e Dario Dal Mut di SEL:

“ Ha sbagliato il Sindaco a presentare la giunta prima del Consiglio del 12 aprile. Perché inevitabilmente la sua scelta dà alla votazione sulla delibera relativa al porto non solo il valore istituzionale da noi riconosciuto ma anche il significato politico di approvazione della giunta da lui varata.

Una giunta formata da persone rispettabili ma non certo di competenza tecnica tale da dare un apporto straordinario e dal profilo politico, al di là delle tessere di partito, marcatamente monocolore, del tutto conforme a quello di Strescino.

Grazie a questa decisione i consiglieri il 12 aprile si troveranno loro malgrado, nel momento in cui approvano la delibera che definisce gli atti necessari a difendere gli interessi pubblici sul porto, a dare contemporaneamente il via libera a una seconda Amministrazione Strescino.

Noi in Consiglio chiariremo bene la situazione, spiegheremo il significato del nostro voto e diremo che non ci sono i margini per qualche mese di ordinaria amministrazione, che non siamo disponibili a dare il nostro appoggio per nessun atto che non sia relativo al porto. Chiederemo al Sindaco una road- map, dettagliata -nei tempi e nei contenuti- sugli atti nel breve a suo parere ancora necessari, oltre a quelli già avviati in questi giorni, per mettere un punto alla questione porto.

Dal giorno dopo il 12 aprile quindi ci rivolgeremo alle altre forze di opposizione per avviare un’azione comune in Consiglio per chiudere la legislatura.”

martedì 27 marzo 2012

Voltare pagina

Imperia, 27 marzo 2012.



Comunicato stampa sull’azzeramento della giunta.





Dichiarano Carla Nattero e Dario Dal Mut, consiglieri comunali di SEL:



L’azzeramento della giunta rende ufficiale la crisi ma non porta chiarezza.

Ricordiamo che nelle interviste di una diecina di giorni fa Strescino ha motivato la sua scelta di continuare grazie all’appoggio ricevuto dalla sua giunta.

Che cosa è successo che gli ha fatto modificare radicalmente la posizione e adesso gli fa sostenere che la prima condizione per continuare sia l’azzeramento della giunta stessa?

Strescino non spiega nulla nel suo comunicato stringatissimo e perciò ratifica l’esistenza di una crisi con modalità del tutto anomale perché non ci mette neppure in grado di valutare se il sindaco con l’azzeramento ha operato un taglio principalmente con le persone degli assessori oppure soprattutto con PDL, Lega e i potentati di loro riferimento.

Ciò dimostra che non siamo semplicemente di fronte a un gran groviglio ma a qualcosa di più: a una crisi talmente implosa che non è nemmeno definibile nei suoi contorni perché per farlo sindaco e assessori, nonché partiti dell’ex-maggioranza, dovrebbero chiarire fino in fondo pubblicamente tutti i risvolti politici della vicenda porto turistico ed è esattamente questo che non si sentono di fare.

E’ proprio questa opacità di fondo che ci fa ritenere che non ci siano più i margini per una prosecuzione della legislatura e che siano inevitabili le dimissioni di Strescino.

Al Consiglio del 12 aprile porteremo, in accordo ci auguriamo con le altre forze dell’opposizione, le nostre proposte concrete per tutelare gli interessi pubblici e per dare una prospettiva alla nostra città piegata. Ma dovrà essere l’ultimo Consiglio Comunale. Dal giorno dopo il Consiglio dovrà essere sciolto, si dovrà voltare decisamente pagina e dare la parola ai cittadini.

domenica 18 marzo 2012

a proposito delle intercettazioni e delle interviste rilasciate dal sindaco Strescino

Ho letto stamattina il prosieguo della pubblicazione di una parte degli atti della magistratura. Non si può che riconfermare il primo giudizio: tutto è come ci si aspettava, ma è anche peggio.

Colpisce la totale mancanza di distinzioni di ruoli, la completa identificazione tra pubblico e privato, colpisce fino a che punto il comune sia in balia dei voleri di Caltagirone, privo di strumenti per fare valere gli interessi pubblici.

A riprova dell’atteggiamento prono nei confronti del tycoon romano, in quel consiglio comunale in cui si è discussa la delibera oggetto delle intercettazioni, sono stati numerosi i consiglieri comunali di maggioranza che hanno ripreso le parole di Caltagirone e hanno detto in sostanza all’opposizione: siete “mascalzoni che non amate la città.”

Mi ha colpito particolarmente che Caltagirone abbia proposto a Strescino di aiutarlo a fare il suo discorso con “un intervento politico” scritto da Mauceri, lo stesso avvocato che difenderà gli interessi della PortoImperia contro il Comune pochi mesi dopo, quando verrà discussa al Tar la decadenza della concessione firmata da Lunghi.

Anche da questi intrecci si può giudicare con quale libertà e con quale forza di convinzione il comune abbia effettivamente difeso l’atto del suo dirigente.

Tutto questo ci dice che in questi anni non c’è stata di fatto una svolta nella gestione del porto turistico, come dimostra anche la famosa delibera di settembre 2010 che di fatto è rimasta lettera morta, ma la ricerca dell’accordo a tutti i costi con Caltagirone.

Solo da pochissimo tempo l’evidenza delle realtà e le indagini della magistratura hanno introdotto un atteggiamento più prudente e legalitario.

Gli ultimi atti non possono però cancellare il dato di fondo, cioè che il nuovo porto turistico si sta rivelando,non soltanto nelle parole dell’opposizione ma nei fatti, una megasvendita a favore dei privati delle possibilità di futuro della nostra città. Né possono cancellare l’accondiscendenza dell’amministrazione Strescino in relazione ad alcuni passaggi fondamentali della vicenda portuale che si sono svolti dal 2009 a oggi.

Se le cose stanno così, Strescino non può pensare di fare un’operazione gattopardesca e, dopo essere stato parte in causa, proporsi come traghettatore del futuro. Oggi infatti ha chiarito le sue intenzioni, sostenendo che vuole continuare a governare,perché ha l’appoggio della giunta, tendenzialmente fino alle politiche del 2013, data alla quale pensa di abbinare le elezioni comunali anticipate.

A mio giudizio è questa una soluzione inaccettabile proprio perché non prevede nessuna rottura di continuità tra il prima e il dopo. La rottura ci deve essere per sottolineare l’enormità dello scandalo vissuto dalla città e la necessità di voltare pagina. Per cui vorrei precisare: il sindaco,come prevede la legge, la fiducia la deve cercare in consiglio e non certo in giunta, formata da persone da lui scelte e quindi suo supporto esecutivo e non politico. Secondo, per quanto sta a noi non c’è nessuna possibilità che Strescino arrivi al 2013, riconfermiamo che deve rimanere in sella soltanto i pochi mesi necessari per portare in Consiglio gli atti di autotutela del Comune. Non parlo certo a nome di tutta la minoranza ma da parte nostra non c’è nessuna incertezza su questo punto, lo vogliamo affermare con nettezza.

Carla Nattero
Consigliere comunale della Sinistra per Imperia

Fatto rapidamente l’indispensabile è evidente che Sindaco e amministrazione devono immediatamente dimettersi

Ragionando nell’ambito che ci compete -che è quello di carattere politico-amministrativo- riteniamo che l’ atto del dirigente di diniego della proroga sia stato inevitabile di fronte ai plurimi inadempimenti della Porto Imperia spa.

Si apre adesso per il Comune una fase certamente non facile e impegnativa, il cui unico criterio di scelta e di orientamento deve essere quello di difendere al meglio l’interesse e il bene pubblico.

Quello che è successo negli ultimi anni ha messo in evidenza, oltre a gravissimi reati su cui sono in corso le indagini, il fallimento totale dell’impostazione politica e progettuale del porto turistico di Imperia.

E’ questa la responsabilità generale che deve affrontare la maggioranza di destra, al governo ininterrotto della città da tredici anni. La difficile disamina delle prospettive non può essere separata da un’analisi veritiera e senza alibi sulle scelte fallimentari del passato anche recente. Ed è per questo che, insieme all’opposizione, nella riunione informativa dei capigruppo tenuta dal sindaco ieri, abbiamo nuovamente chiesto la convocazione di un Consiglio monotematico sul tema della portualità..

Nella sede consigliare, se l’azione politica e amministrativa vuole riacquistare un senso, ognuno proporrà le proprie riflessioni e si assumerà le proprie responsabilità.

Per quel che ci riguarda riteniamo dannoso dal punto di vista politico e inutile dal punto di vista amministrativo qualsiasi governo di salute pubblica perché riteniamo che con la deflagrazione della “questione porto” si sia clamorosamente esaurita l’esperienza dell’Amministrazione Strescino.

Siamo però disposti, per il bene della città e in un arco di tempo ristretto, a vagliare in consiglio gli atti che il Comune deve assumere per auto tutelarsi e “mettere un punto” alla delicata situazione.

Fatto rapidamente l’indispensabile è evidente che Sindaco e amministrazione devono immediatamente dimettersi per dare democraticamente voce al pronunciamento dei cittadini.

Carla Nattero
Consigliere comunale de "La sinistra per Imperia"

domenica 11 marzo 2012

Sulla lettera del Sindaco di Imperia riguardo la disastrosa situazione del porto

Carla Nattero, capogruppo di Sinistra per Imperia, commenta così la lettera di Strescino:


E’ chiaro che Strescino si prepara a prendere decisioni pesanti e che, nonostante le dichiarazioni di facciata, pensa di non avere il completo appoggio della sua maggioranza.

Nasce da qui, cioè dalla gravità assoluta della situazione, sia per quello che sta emergendo dalle indagini della magistratura sia per lo stato più che preoccupante dei lavori del porto, il suo appello a tutto il Consiglio.

La prima cosa da rispondere è: convochi al più presto il Consiglio e il confronto tra le forze politiche avvenga alla luce del sole.

Alcune riflessioni immediate vorrei però anticiparle al Sindaco, all’attuale maggioranza e anche alle diverse forze che compongono la minoranza .

Non credo che la proposta di un “governissimo”, evocata dal sindaco tra le righe, possa rispondere ai problemi della città. Rendersi conto solo ora – come scrive il sindaco- della drammaticità della situazione, dopo sette anni di denunce dell’opposizione e dopo due anni dall’avvio della prima indagine sul porto, è il segno di una chiusura non solo sua personale ma del complesso della struttura comunale. Troppe diffuse sono state in questa vicenda le responsabilità e i silenzi, anche in tempi recenti. Serve davvero voltare pagina, serve una rottura di continuità. Perciò ritengo che la strada maestra per il sindaco sia quella delle dimissioni. Certo sarebbe una “crisi politica senza alternativa” in quanto porterebbe allo scioglimento del Consiglio. Ma vorrei osservare francamente che in una situazione gravissima come quella di Imperia il governo per un anno del commissario prefettizio, fino alle elezioni anticipate del 2013, non lo riterrei una sciagura ma un passaggio potenzialmente fecondo per riavviare su nuove basi l’attività amministrativa.

Capisco che il sindaco senta forte la sua responsabilità e non voglia che le sue dimissioni possano essere lette come una fuga. Penso allora, nel caso da noi auspicato che si arrivi al diniego della proroga, che ci possano essere le condizioni per discutere con un confronto chiaro e propositivo in Consiglio sulle scelte da fare sul futuro del porto turistico. Anche se non è detto che le ricette siano tutte uguali, perché noi in questi anni non abbiamo fatto soltanto una battaglia di legalità ma anche di merito: ne abbiamo sempre criticato il gigantismo, la residenzialità e abbiamo ricercato una maggiore differenziazione di funzioni all’interno del porto stesso. Dopo aver fatto rapidamente le scelte politiche e amministrative necessarie per il porto, messo un punto alla vicenda, il sindaco però deve dare le dimissioni, deve permettere ai cittadini di pronunciarsi nel 2013 e indicare la prospettiva per il futuro.

mercoledì 15 febbraio 2012

Evasione

Al Presidente del Consiglio Comunale
Al Signor Sindaco
IMPERIA


Interrogazione urgente con risposta in Consiglio.

I sottoscritti consiglieri comunali Carla Nattero e Dario Dal Mut, del gruppo Sinistra per Imperia,

osservato che in un periodo di grave crisi economica, di disoccupazione e pesantissimi sacrifici è più importante che mai scovare gli evasori fiscali sia per rispondere a un elementare principio di equità, sia per reperire risorse per finanziare i servizi pubblici;

sottolineato che la normativa statale promuove la partecipazione dei comuni all’accertamento dei tributi erariali, tanto che la l. n.148/2011 ha elevato al 100% la quota di competenza dei comuni per l’attività di accertamento;

rilevato che già alcuni comuni hanno avviato azioni concrete in quest’ambito, per esempio vedi i recenti accertamenti di Genova e Milano;

considerato che il Comune di Imperia si è dotato, con delibera di Consiglio del novembre 2011, di un Consiglio Tributario proprio per dare maggiore impulso all’attività di accertamento;

aggiunto che lo stesso Comune con delibera di GC n. 5 del 19/1/012 ha aderito al protocollo di intesa ANCI Liguria/Agenzia ligure delle entrate per la partecipazione dei comuni al recupero delle entrate;

rilevato che sia la composizione del Consiglio Tributario, tutta interna al Comune e quindi totalmente dipendente dal calendario stabilito dai dirigenti, già impegnati in numerosi altri compiti, sia il protocollo dell’ANCI, generico e troppo farraginoso, fanno temere un allungamento non controllato delle procedure, tale da impedire il decollo di ogni iniziativa;

chiedono alla SV

di precostituire tutte le condizioni per un rapido decollo dell’attività del Consiglio Tributario;
di cominciare a definire le proposte per un programma locale di recupero dell’evasione da sottoporre al tavolo regionale ANCI/Agenzia delle entrate, come da art. 5 del protocollo di intesa citato.