sabato 4 luglio 2009

Carla Nattero sul primo consiglio comunale

Il primo consiglio comunale del sindaco Strescino si è svolto in un’atmosfera per certi versi contraddittoria.
Il segnale positivo è stato l’apertura istituzionale all’opposizione con la nomina di Zagarella vicepresidente. Apertura che è stata ampiamente riconosciuta da tutti noi e ha portato a votare unanimemente le due cariche istituzionali. Ma già la mia richiesta al Sindaco di render compiuto questo gesto istituzionale, perciò di non glissare più e di riconoscere che la Costituzione a cui aveva appena giurato fedeltà, ha come valore fondante e comune l’antifascismo, ha visto il solito balletto di ipocrisie da parte dei consiglieri di maggioranza e il solito silenzio del Sindaco che non vuole evidentemente assumere una posizione chiara sul tema dell’antifascismo, una questione che non è sorpassata e demodè ma è ancora cruciale per difendere la democrazia nel nostro paese
La parte più direttamente politica del Consiglio prevedibilmente ha confermato tutte le preoccupazioni della vigilia. Il programma è stato nel complesso elusivo. In particolare su alcuni punti fondamentali, uno su tutti: la situazione effettiva del bilancio. Tutti sanno che il bilancio è pieno di problemi e nella parte corrente richiede una radicale revisione, il che significa scelte potenzialmente pesanti per i cittadini. Su questo non c’è una parola nel programma. I consiglieri di maggioranza hanno ripetuto la loro volontà di dedicarsi alla vivibilità della città,in primo luogo delle frazioni, ma non hanno spiegato come fare in assoluta assenza di finanziamenti nel bilancio 2009. Come non è stato detto nulla per esempio sul futuro della refezione scolastica ,attualmente in una situazione provvisoria che non può essere a lungo protratta.
E’ancora più preoccupante di quello che manca quello che c’è nel programma del Sindaco,cioè una privatizzazione ulteriore delle società, la loro aggregazione a qualche grande multinazionale, l’utilizzo a spezzatino, e non con un unico grande progetto, delle aree dismesse delle Ferrovie, la vendita degli ultimi pezzi del patrimonio immobiliare del Comune (Villa Carpeneto).
Nel programma positivamente è prevista la presentazione della variante di PRG. Le linee di indirizzo presentate sono però del tutto generiche e sintetiche ed è facile prevedere che la partita sia ancora tutta da giocare a tutti i livelli e che per ora si tratti solo di una espressione di volontà.
Insomma un programma uguale se non peggiore rispetto a quello presentato dal sindaco Strescino in campagna elettorale.
Incomprensibile perciò a mio giudizio è l’astensione del PD. Perché ieri sera, al di là del livello della collaborazione istituzionale che ha avuto il riconoscimento del voto unanime nella sua sfera propria, non c’è stata nessuna novità effettiva né politica né di programma da giustificare una decisione politica così impegnativa come l’apertura di credito che il PD, a inizio di mandato elettorale,ha dato con la sua astensione al Sindaco e alla giunta Strescino .
Ovviamente penso che in questa astensione ci sia la prima risposta che il PD si è dato alla comune sconfitta elettorale. Ritengo però che sia una risposta sbagliata. A fronte di una situazione immobile da un quindicennio del consenso elettorale del centrosinistra bisogna sapere coniugare progettualità e proposte concrete con una netta distinzione dei ruoli e una netta alterità politica.
Questo è tanto più vero in una situazione come quella di Imperia in cui si vive un monopolio politico ed economico e serpeggia nella maggioranza ,accanto all’ apertura alla collaborazione, anche la tentazione di usare la vittoria elettorale per togliere legittimità all’opposizione quando fa discorsi scomodi.

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