Comunicato Stampa di Carla Nattero “La sinistra per Imperia”.
La mancata discussione del punto proposto dalla minoranza sul porto turistico è un fatto gravissimo.
La pregiudiziale sospensiva adottata costituisce un precedente molto pericoloso, perché da ieri sera con motivazioni pretestuose si può rinviare o cancellare qualsiasi convocazione del Consiglio da parte della minoranza.
Le motivazioni illustrate da Gazzano sono risibili per la discussione sul porto ma sono totalmente inesistenti per la mozione presentata da Indulgenza che è in attesa di discussione da metà novembre. La scelta di avere rinviato due punti molto diversi con la stessa motivazione di sospensiva indica il menefreghismo, la superficialità e la mancanza di senso democratico della Amministrazione.
A mente fredda le riflessioni politiche proposte ieri sera non possono che essere confermate.
Il sindaco non ha avuto la forza e la chiarezza politica di affrontare in Consiglio una discussione sulle scelte pesanti che dovranno essere fatte sul porto turistico e si è nascosto prendendo a pretesto l’attesa del pronunciamento del TAR.
Ma il pronunciamento del TAR non toglierà loro le castagne dal fuoco: lascerà le cose immutate o peggiorate. Il giorno dopo saranno di fronte nuovamente al problema che hanno oggi: dovranno dire quale via d’uscita pensano che possa essere percorribile. Le linee parallele che stanno tenendo- l’appoggio alla delibera di decadenza della concessione sul piano amministrativo e la contrattazione con Caltagirone avviata da Leone sul piano politico- non potranno più essere mantenute in contemporanea e dovranno dire quale delle due imboccano, in quale direzione vogliono sciogliere i nodi.
La realtà vera però è che sulla linea da tenere sono divisi, tra PDL e Lega, dentro il PDL e dentro la Lega. Sono talmente deboli che non riescono nemmeno a dire esplicitamente, come avrebbero dovuto fare da mesi, che richiedono le dimissioni dei membri della Porto di Imperia e le dimissioni di Conti, l’amministratore delegato, che li ha presi in giro in maniera sanguinosa.
Questi sono ragionamenti che riflettono la realtà, una realtà triste e preoccupante per Imperia. Purtroppo non si tratta di un chiacchiericcio, come dice Gazzano con il suo bello stile.
Il Consiglio Comunale di Imperia aveva il diritto e il dovere di occuparsene. Il fatto che gli sia stato impedito è una ferita alla democrazia. Perciò faremo ricorso al TAR: per ripristinare nel Comune di Imperia le regole democratiche.
La polemica che il Sindaco pare abbia avviato sui comportamenti che sono stati tenuti nella serata di ieri sera mi sembra assolutamente un diversivo per allontanare l’attenzione dell’opinione pubblica dalla gravità dell’ostruzionismo tenuto dalla maggioranza.
C’è stato un duro scontro politico con la richiesta di dimissioni ma non c’è stata alcuna offesa personale da parte di nessun consigliere dell’opposizione. Anche il pubblico è stato nei limiti del confronto acceso. I molti giornalisti presenti lo possono testimoniare, come lo può certificare anche lo sbobinamento per una volta tempestivo del Consiglio di ieri sera.
D’altra parte è del tutto sconsiderato che un sindaco stia zitto durante un consiglio comunale così importante dal punto di vista politico, delegando ogni presa di posizione al capogruppo del PDL e poi il giorno dopo, come un ragazzotto qualsiasi, affidi le sue impressioni alla rete. Entrando nel merito.
martedì 22 febbraio 2011
giovedì 17 febbraio 2011
Rischia di saltare il consiglio comunale di di Imperia del 21
Scarica l'allegato originale
Comunicato di Carla Nattero, La Sinistra per Imperia.
E’ dai primi di dicembre che non si riunisce il Consiglio Comunale su temi amministrativi. Nel frattempo sul porto turistico è successo di tutto: con inchieste giudiziarie, con la revoca della concessione demaniale,con un rimpasto di giunta che ha avuto come significato la messa sotto tutela del sindaco principalmente proprio sulle questioni del porto.
In una città normale il Consiglio sarebbe riunito in permanenza. Di che cosa hanno paura? Dopo aver rinfacciato gli esposti all’opposizione ora temono il confronto istituzionale?
Sarebbe perciò un atto gravissimo e fortemente antidemocratico in primo luogo nei confronti della città di Imperia se la maggioranza facesse saltare il Consiglio del 21.
Sul porto è arrivata l’ora della chiarezza. A prescindere dallo stesso pronunciamento del TAR che del resto potrebbe essere interlocutorio Strescino e Leone ci devono dire che cosa hanno intenzione di fare.
Noi lo sappiamo, come già anticipato in questi giorni, che cosa fare e lunedì 21 lo vogliamo illustrare ai cittadini nella principale assise politica di Imperia.
Comunicato di Carla Nattero, La Sinistra per Imperia.
E’ dai primi di dicembre che non si riunisce il Consiglio Comunale su temi amministrativi. Nel frattempo sul porto turistico è successo di tutto: con inchieste giudiziarie, con la revoca della concessione demaniale,con un rimpasto di giunta che ha avuto come significato la messa sotto tutela del sindaco principalmente proprio sulle questioni del porto.
In una città normale il Consiglio sarebbe riunito in permanenza. Di che cosa hanno paura? Dopo aver rinfacciato gli esposti all’opposizione ora temono il confronto istituzionale?
Sarebbe perciò un atto gravissimo e fortemente antidemocratico in primo luogo nei confronti della città di Imperia se la maggioranza facesse saltare il Consiglio del 21.
Sul porto è arrivata l’ora della chiarezza. A prescindere dallo stesso pronunciamento del TAR che del resto potrebbe essere interlocutorio Strescino e Leone ci devono dire che cosa hanno intenzione di fare.
Noi lo sappiamo, come già anticipato in questi giorni, che cosa fare e lunedì 21 lo vogliamo illustrare ai cittadini nella principale assise politica di Imperia.
sabato 5 febbraio 2011
7 avvisi
Commento di Carla Nattero, capogruppo della lista Sinistra per Imperia, in merito all'avviso di garanzia agli assessori della giunta Sappa.
Si tratta di avvisi di indagine e non di sentenze, ovviamente.
Però è inevitabile osservare la rilevanza, numerica e politica, degli amministratori indagati.
A questo punto non c'è aspetto del porto – nel bacino di Oneglia e in quello di Porto Maurizio- non sottoposto a indagini da parte della magistratura.
Le possibili illegalità che stanno emergendo riguardano pasticci – come quello delle colonnine- già ampiamente denunciati nella città a livello amministrativo, sia dall'opposizione, sia da vari soggetti economici portuali. Tutti i nodi,in sostanza,stanno venendo al pettine.
Si ha l'impressione molto netta che siamo di fronte a un sempre più accelerato e generalizzato smottamento della classe dirigente politica e amministrativa di questa provincia che coincide con quella di Forza Italia prima e del Popolo della Libertà ora.
Il punto di riflessione che riguarda i cittadini e il dibattito pubblico è in primo luogo il seguente: come fare per evitare che il fallimento della classe dirigente del PDL paralizzi la nostra città dal punto di vista economico e sociale?
Penso che occorra voltare pagina. Coloro che hanno condotto la città nell'attuale situazione di impasse non possono essere gli stessi che la fanno uscire dai guai.
E' una verità talmente evidente che non può essere offuscata dalla propaganda del PDL(come la manifestazione di domani) che tenta di ribaltare sull'opposizione la responsabilità di un fallimento che è solo loro. Dal 1999 sono al governo della città e hanno deciso loro tutte le fasi di realizzazione e progettazione del porto.
Perciò la richiesta di dimissioni di Sindaco e Giunta non è strumentale, come pensa Strescino, ma è l'unica ipotesi realistica per confrontarsi con la città nel momento delle scelte fondamentali e per dare ai cittadini con le elezioni anticipate la possibilità di scegliere un nuovo governo e, insieme ad esso, una strategia positiva per affrontare la questione portuale.
Si tratta di avvisi di indagine e non di sentenze, ovviamente.
Però è inevitabile osservare la rilevanza, numerica e politica, degli amministratori indagati.
A questo punto non c'è aspetto del porto – nel bacino di Oneglia e in quello di Porto Maurizio- non sottoposto a indagini da parte della magistratura.
Le possibili illegalità che stanno emergendo riguardano pasticci – come quello delle colonnine- già ampiamente denunciati nella città a livello amministrativo, sia dall'opposizione, sia da vari soggetti economici portuali. Tutti i nodi,in sostanza,stanno venendo al pettine.
Si ha l'impressione molto netta che siamo di fronte a un sempre più accelerato e generalizzato smottamento della classe dirigente politica e amministrativa di questa provincia che coincide con quella di Forza Italia prima e del Popolo della Libertà ora.
Il punto di riflessione che riguarda i cittadini e il dibattito pubblico è in primo luogo il seguente: come fare per evitare che il fallimento della classe dirigente del PDL paralizzi la nostra città dal punto di vista economico e sociale?
Penso che occorra voltare pagina. Coloro che hanno condotto la città nell'attuale situazione di impasse non possono essere gli stessi che la fanno uscire dai guai.
E' una verità talmente evidente che non può essere offuscata dalla propaganda del PDL(come la manifestazione di domani) che tenta di ribaltare sull'opposizione la responsabilità di un fallimento che è solo loro. Dal 1999 sono al governo della città e hanno deciso loro tutte le fasi di realizzazione e progettazione del porto.
Perciò la richiesta di dimissioni di Sindaco e Giunta non è strumentale, come pensa Strescino, ma è l'unica ipotesi realistica per confrontarsi con la città nel momento delle scelte fondamentali e per dare ai cittadini con le elezioni anticipate la possibilità di scegliere un nuovo governo e, insieme ad esso, una strategia positiva per affrontare la questione portuale.
martedì 1 febbraio 2011
Il Sindaco si dovrebbe dimettere
Comunicato Stampa di Carla Nattero, La Sinistra per Imperia.
Le riflessioni del giorno dopo sul terremoto in Giunta non possono che confermare la lettura fatta a caldo.
Non so quanto siano effettivamente autonome le dimissioni di Lanteri e Calcagno. Calcagno in particolare ha fatto capire che gli sono state richieste.
Comunque, al di là delle dichiarazioni di facciata, è chiaro a tutti il senso politico delle loro dimissioni, osservando soprattutto che a Leone sono state date le chiavi del comune, con il ruolo di vicesindaco e la delega più importante in questa fase,quella ai porti.
Il PDL vuole rispondere alle gravissime difficoltà attuali, ritornando a Leone, un uomo del passato, l'assessore al bilancio della Giunta Sappa che ha forti responsabilità della situazione attuale.
Basti pensare che il primo artefice dell'attuale archittettura societaria della Porto di Imperia è appunto Leone. E tutti ormai sanno quanto la scarsa contrattualità del Comune di Imperia dipenda appunto dalle scelte sciagurate fatte al momento della entrata di Caltagirone nella società.
In realtà oggi con Leone entra non tanto un amministratore quanto un politico, un uomo di fiducia di Scajola, in totale sintonia con la Porto di Imperia, come il nuovo vicesindaco ha già detto nei suoi pochi giorni da segretario cittadino del PDL.
E' per questo motivo che Leone rappresenta non tanto una stampella quanto una vera e propria sconfessione della figura del sindaco, un vero e proprio commissariamento suo e della sua giunta.
Questa scelta risponde a esigenze locali ma anche nazionali ed è il frutto di un misto di arroganza e disperazione.
Le cose sono andate troppo in là,si sono troppo aggrovigliate perchè stia in piedi una politica filo-Caltagirone come verosimilmente Leone vuole fare, viste le sue dichiarazioni e in particolare il duro attacco da lui rivolto all'ing. Lunghi.
Sono andate troppo in là anche per una politica di mediazione possibile, come quella rappresentata dalla famosa delibera di settembre votata dalla maggioranza in consiglio comunale.
La realtà è che occorre attendere le prese di posizione del TAR, sperare,come io mi auguro, che l'ing. Lunghi veda confermato il suo provvedimento e partire di qui per affrontare in maniera nuova il completamento del porto turistico, con un ridimensionamento progettuale e un sistema di gestione pubblico .
Perciò la volontà evidenziata dal rimpasto di tornare alla impostazione originaria sul porto come se nulla fosse successo è arrogante e nello stesso tempo illusoria.
Se il porto ricomincia da capo, penso che anche la politica debba fare altrettanto. La strada maestra che dovrebbe imboccare il sindaco non è quella di impraticabili rafforzamenti di giunta, ma quella di andare alla verifica delle urne, presentando ai cittadini il suo progetto urbanistico e gestionale per completare il porto turistico.
Su questi temi che sono essenziali per la vita della città tutte le forze di opposizione hanno richiesto questa mattina di convocare un consiglio comunale straordinario. Per discutere per tempo e non con i tempi allungati della maggioranza della nuova fase aperta dalla decadenza della concessione portuale.
Le riflessioni del giorno dopo sul terremoto in Giunta non possono che confermare la lettura fatta a caldo.
Non so quanto siano effettivamente autonome le dimissioni di Lanteri e Calcagno. Calcagno in particolare ha fatto capire che gli sono state richieste.
Comunque, al di là delle dichiarazioni di facciata, è chiaro a tutti il senso politico delle loro dimissioni, osservando soprattutto che a Leone sono state date le chiavi del comune, con il ruolo di vicesindaco e la delega più importante in questa fase,quella ai porti.
Il PDL vuole rispondere alle gravissime difficoltà attuali, ritornando a Leone, un uomo del passato, l'assessore al bilancio della Giunta Sappa che ha forti responsabilità della situazione attuale.
Basti pensare che il primo artefice dell'attuale archittettura societaria della Porto di Imperia è appunto Leone. E tutti ormai sanno quanto la scarsa contrattualità del Comune di Imperia dipenda appunto dalle scelte sciagurate fatte al momento della entrata di Caltagirone nella società.
In realtà oggi con Leone entra non tanto un amministratore quanto un politico, un uomo di fiducia di Scajola, in totale sintonia con la Porto di Imperia, come il nuovo vicesindaco ha già detto nei suoi pochi giorni da segretario cittadino del PDL.
E' per questo motivo che Leone rappresenta non tanto una stampella quanto una vera e propria sconfessione della figura del sindaco, un vero e proprio commissariamento suo e della sua giunta.
Questa scelta risponde a esigenze locali ma anche nazionali ed è il frutto di un misto di arroganza e disperazione.
Le cose sono andate troppo in là,si sono troppo aggrovigliate perchè stia in piedi una politica filo-Caltagirone come verosimilmente Leone vuole fare, viste le sue dichiarazioni e in particolare il duro attacco da lui rivolto all'ing. Lunghi.
Sono andate troppo in là anche per una politica di mediazione possibile, come quella rappresentata dalla famosa delibera di settembre votata dalla maggioranza in consiglio comunale.
La realtà è che occorre attendere le prese di posizione del TAR, sperare,come io mi auguro, che l'ing. Lunghi veda confermato il suo provvedimento e partire di qui per affrontare in maniera nuova il completamento del porto turistico, con un ridimensionamento progettuale e un sistema di gestione pubblico .
Perciò la volontà evidenziata dal rimpasto di tornare alla impostazione originaria sul porto come se nulla fosse successo è arrogante e nello stesso tempo illusoria.
Se il porto ricomincia da capo, penso che anche la politica debba fare altrettanto. La strada maestra che dovrebbe imboccare il sindaco non è quella di impraticabili rafforzamenti di giunta, ma quella di andare alla verifica delle urne, presentando ai cittadini il suo progetto urbanistico e gestionale per completare il porto turistico.
Su questi temi che sono essenziali per la vita della città tutte le forze di opposizione hanno richiesto questa mattina di convocare un consiglio comunale straordinario. Per discutere per tempo e non con i tempi allungati della maggioranza della nuova fase aperta dalla decadenza della concessione portuale.
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