Il tono subdolamente arrogante del comunicato, steso dall'Ufficio Stampa dell'Amministrazione Strescino, dimostra meglio di ogni altro esempio che, come è nella logica delle cose, a Imperia come nel resto d'Italia, l'Ufficio Stampa è a servizio dell'Amministrazione e non del Consiglio Comunale.
Ogni interpretazione diversa da questa è palesemente fuori dalla realtà e surrettizia. Per cui si chiami “portavoce” o Ufficio Stampa questa spesa è della Giunta e non del Consiglio.
Relativamente alla questione più generale di Imperia TV il Sindaco ci deve dire quali sono le sue reali intenzioni. Cioè se vuole mantenere il servizio ma è impedito da questioni obiettive di bilancio. Oppure se pensa di utilizzare le difficoltà di bilancio per dare una bella sforbiciata alle riprese televisive del Consiglio Comunale.
Se la sua scelta è sul serio “forzata”, lo informo che martedì sera nella prima Commissione Consiliare, come ha ricordato lo stesso consigliere Mattioli, sono state fatte molte proposte per superare i problemi di tipologia della spesa posti dal bilancio e permettere come da vent'anni la trasmissione dei consigli comunali da parte di Imperia TV.
Come extrema ratio tra le proposte possibili per uscire dall'impasse c'è stata quella, fatta da me e da altri consiglieri, di ridimensionare l'utilizzo del giornalista con contratto di consulenza all'Ufficio Stampa. Il perchè della mia proposta è presto detto: perchè se c'è da scegliere ritengo che si debba privilegiare la trasmissione del Consiglio visto che è l'unico strumento che hanno i consiglieri, di maggioranza e di minoranza, per fare conoscere le loro idee, mentre ovviamente l'Amministrazione ha ben altre possibilità comunicative. In secondo luogo perchè la riduzione dell'utilizzo della consulenza giornalistica può esser ampiamente compensata da un maggiore impiego dell'altro componente,un giornalista professionista che è anche dipendente comunale. Perciò l'Ufficio Stampa del Sindaco non ne soffrirebbe e potrebbe facilmente mantenere la sua funzionalità.
Ritengo però che i miei ragionamenti di buon senso siano fiato sprecato perchè in realtà il Sindaco vuole utilizzare l'occasione per dare un bel taglio alle riprese televisive del Consiglio. Non c'è nulla da stupirsi perchè è perfettamente in linea con la politica dell'arroganza e della voce grossa che sta sfoggiando con alleati e opposizione in questi mesi. E' una politica che in un momento di “tempesta perfetta” forse serve a motivare i suoi, ma certo non gli faciliterà l'attività amministrativa.
Infine il comunicato in questione secondo l'Amministrazione è stato redatto per stabilire la “correttezza” informativa. Tanto per ribadire il concetto l' Ufficio Stampa termina il suo testo con un clamoroso falso: l'oscuramento di Imperia TV da parte della Giunta Berio. Non un minuto del Consiglio Comunale nel periodo 1995-1999 è stato senza ripresa televisiva. Se lo facciano raccontare dai consiglieri comunali che allora erano all'opposizione e adesso sono assessori. La giunta Berio non ha cambiato di un millimetro le regole e ha mantenuto la ripresa integrale del Consiglio, confermata del resto dalle Amministrazioni seguenti. Nella seconda parte del 1998 il servizio TV è stato messo in discussione perchè non c'era la copertura di bilancio. In quella situazione difficile Imperia TV, a suo rischio e pericolo, sollecitata da maggioranza e opposizione, ha svolto comunque le riprese. Nel 1999, ancora con la giunta Berio, le riprese sono state regolarmente finanziate.
Il debito rimasto,relativo al secondo semestre 1998, in linea con la volontà di tutto il Consiglio che nell'estate del 1998 si era espressa a favore delle riprese televisive, è stato riconosciuto con voto unanime dal Consiglio Comunale in data 11 ottobre 1999 (Amministrazione Sappa). In quella delibera di Consiglio la volontà dei consiglieri è stata così motivata: le riprese televisive sono “ funzioni di competenza dell' Ente da cui comunque è derivato un arricchimento in termini di immagine e di informazione dei cittadini”.
Carla Nattero - La Sinistra per Imperia
venerdì 15 luglio 2011
martedì 12 luglio 2011
Amministrazione comunale allo sbando: taglio dei servizi, 900.00 € in consulenze, 2 milioni di mutuo
Comunicato Stampa di Carla Nattero e Dario Dal Mut (Sinistra per Imperia).
Bilancio 2011.
E’ un bilancio che evidenzia in modo molto netto i tagli dei trasferimenti del governo agli enti locali. Questi tagli rimbalzano a cascata prima sulle Regioni e poi sui comuni.
Nel bilancio 2011 i servizi non sono stati semplicemente ridimensionati, come già succede da qualche anno, ma sono stati ridotti ai minimi termini o addirittura eliminati. La cultura e le manifestazioni sono praticamente sparite, come già si vede dal calendario praticamente inesistente delle manifestazioni estive. Il taglio nella scuola e nei servizi sociali si aggira intorno al 25-30%. Anche un servizio-base come la refezione scolastica è in difficoltà. Nel bilancio non c’è il finanziamento alla refezione per i primi tre mesi del prossimo anno scolastico. L’Amministrazione ha garantito che provvederà in seguito ma questa mancanza è il segno incontrovertibile di una situazione grave.
Quello che preoccupa è che si tratta anche di un bilancio molto rigido. Tasse e imposte sono già al massimo. La Tarsu è aumentata del 38.4% in due anni e copre al 99% il costo del servizio. Altre entrate sono molto forzate e poco attendibili. Come gli oneri di urbanizzazione la cui entrata è stata prevista di 2 milioni e mezzo di euro mentre a metà anno le entrate effettive di oneri ammontano a 800.000€.
E’ difficile pensare che ci sarà un exploit nella seconda metà dell’anno che permetta di arrivare alla cifra preventivata.
E’ quindi praticamente impossibile che l’ass. Gaggero abbia realmente disponibile quel milione di € destinato a interventi per la manutenzione della città che il bilancio prevede di realizzare con gli oneri di urbanizzazione.
Preoccupa anche il fatto che la politica nazionale non preveda schiarite per gli enti locali, almeno fino a quando rimane in sella il governo Berlusconi. Anzi negli anni prossimi i tagli saranno ancora più pesanti.
In questa situazione desolata Sindaco e Assessore hanno detto che il loro bilancio è “tecnico”, che nelle prossime settimane discuteranno su quali cambiamenti introdurre nel bilancio dell’anno prossimo che sarà “politico”. A parte il fatto che la sede logica e naturale per affrontare queste tematiche era il Consiglio Comunale di ieri sera, in cui poteva correttamente svolgersi un confronto sulla prospettiva futura, noi crediamo che Strescino e i suoi non avranno mai la forza e la coesione per arrivare alla proposta politica. Perché sono sempre più divisi, perché su di loro pende la spada di Damocle del porto turistico, perché la macchina comunale è sempre più allo sbando. Un particolare può dare il senso della pochezza della giunta Strescino. In un bilancio di guerra come quello presentato sono riusciti a prevedere circa 900.000 € di consulenze. Sono cifre sulla carta che probabilmente non si tradurranno mai in incarichi ma comunque sono indicative della mancanza di consapevolezza delle priorità fondamentali di un'Amministrazione in tempi difficili.
Mutuo Sairo.
L’unica scelta politica effettiva del bilancio è la contrazione di un mutuo di due milioni per compartecipare con Invitalia alla ristrutturazione della SAIRO per farne un incubatore di impresa. Abbiamo votato a favore dell’emendamento proposto da Fossati che invitava a eliminare la posta in bilancio in attesa di un approfondimento. La necessità di una verifica nasce dal fatto che gli accordi stabilivano che Invitalia dovesse accollarsi il costo dell’intera ristrutturazione e non di una parte. A nostro giudizio va anche verificato il ruolo di Imperia Sviluppo che ha molto ritardato la bonifica e quindi la consegna dell’immobile,rendendo più difficile l’acquisizione del finanziamento ministeriale. Vanno anche messe in chiaro le cose relativamente alla destinazione dell’immobile che deve essere un effettivo incubatore. Imperia è piena di contenitori inizialmente autorizzati per uno scopo “sociale” e poi in corso d’opera, naturalmente per motivi oggettivi, diventati ristoranti,negozi o alloggi.
Bilancio 2011.
E’ un bilancio che evidenzia in modo molto netto i tagli dei trasferimenti del governo agli enti locali. Questi tagli rimbalzano a cascata prima sulle Regioni e poi sui comuni.
Nel bilancio 2011 i servizi non sono stati semplicemente ridimensionati, come già succede da qualche anno, ma sono stati ridotti ai minimi termini o addirittura eliminati. La cultura e le manifestazioni sono praticamente sparite, come già si vede dal calendario praticamente inesistente delle manifestazioni estive. Il taglio nella scuola e nei servizi sociali si aggira intorno al 25-30%. Anche un servizio-base come la refezione scolastica è in difficoltà. Nel bilancio non c’è il finanziamento alla refezione per i primi tre mesi del prossimo anno scolastico. L’Amministrazione ha garantito che provvederà in seguito ma questa mancanza è il segno incontrovertibile di una situazione grave.
Quello che preoccupa è che si tratta anche di un bilancio molto rigido. Tasse e imposte sono già al massimo. La Tarsu è aumentata del 38.4% in due anni e copre al 99% il costo del servizio. Altre entrate sono molto forzate e poco attendibili. Come gli oneri di urbanizzazione la cui entrata è stata prevista di 2 milioni e mezzo di euro mentre a metà anno le entrate effettive di oneri ammontano a 800.000€.
E’ difficile pensare che ci sarà un exploit nella seconda metà dell’anno che permetta di arrivare alla cifra preventivata.
E’ quindi praticamente impossibile che l’ass. Gaggero abbia realmente disponibile quel milione di € destinato a interventi per la manutenzione della città che il bilancio prevede di realizzare con gli oneri di urbanizzazione.
Preoccupa anche il fatto che la politica nazionale non preveda schiarite per gli enti locali, almeno fino a quando rimane in sella il governo Berlusconi. Anzi negli anni prossimi i tagli saranno ancora più pesanti.
In questa situazione desolata Sindaco e Assessore hanno detto che il loro bilancio è “tecnico”, che nelle prossime settimane discuteranno su quali cambiamenti introdurre nel bilancio dell’anno prossimo che sarà “politico”. A parte il fatto che la sede logica e naturale per affrontare queste tematiche era il Consiglio Comunale di ieri sera, in cui poteva correttamente svolgersi un confronto sulla prospettiva futura, noi crediamo che Strescino e i suoi non avranno mai la forza e la coesione per arrivare alla proposta politica. Perché sono sempre più divisi, perché su di loro pende la spada di Damocle del porto turistico, perché la macchina comunale è sempre più allo sbando. Un particolare può dare il senso della pochezza della giunta Strescino. In un bilancio di guerra come quello presentato sono riusciti a prevedere circa 900.000 € di consulenze. Sono cifre sulla carta che probabilmente non si tradurranno mai in incarichi ma comunque sono indicative della mancanza di consapevolezza delle priorità fondamentali di un'Amministrazione in tempi difficili.
Mutuo Sairo.
L’unica scelta politica effettiva del bilancio è la contrazione di un mutuo di due milioni per compartecipare con Invitalia alla ristrutturazione della SAIRO per farne un incubatore di impresa. Abbiamo votato a favore dell’emendamento proposto da Fossati che invitava a eliminare la posta in bilancio in attesa di un approfondimento. La necessità di una verifica nasce dal fatto che gli accordi stabilivano che Invitalia dovesse accollarsi il costo dell’intera ristrutturazione e non di una parte. A nostro giudizio va anche verificato il ruolo di Imperia Sviluppo che ha molto ritardato la bonifica e quindi la consegna dell’immobile,rendendo più difficile l’acquisizione del finanziamento ministeriale. Vanno anche messe in chiaro le cose relativamente alla destinazione dell’immobile che deve essere un effettivo incubatore. Imperia è piena di contenitori inizialmente autorizzati per uno scopo “sociale” e poi in corso d’opera, naturalmente per motivi oggettivi, diventati ristoranti,negozi o alloggi.
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sabato 9 luglio 2011
La telenovela del porto di Imperia
Comunicato stampa di Carla Nattero, capogruppo Sinistra per Imperia sul porto turistico.
Non vale la retorica per spiegare quello che sta succedendo nel porto di Imperia. Non è convincente la spiegazione che Caltagirone si defila perchè mal accolto dalla città e nemmeno che subentra Imperia Sviluppo perché fa gli interessi locali.
Di sicuro invece c’è che Caltagirone è pressato dalle banche per i suoi ingenti debiti e che Imperia Sviluppo finora non ha dato nessuna affidabilità nei confronti della città né per capacità di investimenti né per tecnologia e ha svolto un ruolo completamente parassitario nel porto turistico.
Ripetere come un mantra come fa Strescino “che l’importante è completare il porto” significa non vedere le voragini che si stanno aprendo e le difficoltà sempre maggiori che ha di fronte quest’opera.
Alla luce di quel che sta succedendo risulta chiaro come l’atto di revoca della concessione firmato dall’ing. Lunghi fosse da appoggiare e non da contrastare perché dava al Comune qualche chance in più per uscire onorevolmente da questa matassa sempre più ingarbugliata.
Adesso i tempi si allungano lo stesso perché l’Acquamare è a secco di liquidità e il Comune è costretto a subire passivamente ogni giravolta dei privati e della PortoImperia.
Che cosa fare? Il Comune non può dare nessuna autorizzazione senza la chiarezza dei conti. Per cui atto prioritario è sollecitare il parere definitivo della Commissione Vigilanza e assumere i provvedimenti conseguenti da parte di ogni Amministrazione interessata(Regione e Comune). Inoltre e’ stata abbondantemente dimostrata l’opacità del sistema della permuta. E’ assolutamente inaccettabile che ci sia una sorta di sub- permuta dall’Acquamare a Imperia Sviluppo. Le procedure devono essere trasparenti, prevedendo gare per individuare eventuali nuovi partner.
Comunque premessa indispensabile per un minimo di trasparenza e per valutare la situazione con qualche cognizione di causa è la convocazione di una seduta di Consiglio Comunale dedicata esclusivamente ad analizzare questo ultimo atto della vicenda, perché il ritiro di Caltagirone, fatta chiarezza sui conti delle opere eseguite, può essere l’occasione per rivedere tutto il progetto e la sua gestione.
Non vale la retorica per spiegare quello che sta succedendo nel porto di Imperia. Non è convincente la spiegazione che Caltagirone si defila perchè mal accolto dalla città e nemmeno che subentra Imperia Sviluppo perché fa gli interessi locali.
Di sicuro invece c’è che Caltagirone è pressato dalle banche per i suoi ingenti debiti e che Imperia Sviluppo finora non ha dato nessuna affidabilità nei confronti della città né per capacità di investimenti né per tecnologia e ha svolto un ruolo completamente parassitario nel porto turistico.
Ripetere come un mantra come fa Strescino “che l’importante è completare il porto” significa non vedere le voragini che si stanno aprendo e le difficoltà sempre maggiori che ha di fronte quest’opera.
Alla luce di quel che sta succedendo risulta chiaro come l’atto di revoca della concessione firmato dall’ing. Lunghi fosse da appoggiare e non da contrastare perché dava al Comune qualche chance in più per uscire onorevolmente da questa matassa sempre più ingarbugliata.
Adesso i tempi si allungano lo stesso perché l’Acquamare è a secco di liquidità e il Comune è costretto a subire passivamente ogni giravolta dei privati e della PortoImperia.
Che cosa fare? Il Comune non può dare nessuna autorizzazione senza la chiarezza dei conti. Per cui atto prioritario è sollecitare il parere definitivo della Commissione Vigilanza e assumere i provvedimenti conseguenti da parte di ogni Amministrazione interessata(Regione e Comune). Inoltre e’ stata abbondantemente dimostrata l’opacità del sistema della permuta. E’ assolutamente inaccettabile che ci sia una sorta di sub- permuta dall’Acquamare a Imperia Sviluppo. Le procedure devono essere trasparenti, prevedendo gare per individuare eventuali nuovi partner.
Comunque premessa indispensabile per un minimo di trasparenza e per valutare la situazione con qualche cognizione di causa è la convocazione di una seduta di Consiglio Comunale dedicata esclusivamente ad analizzare questo ultimo atto della vicenda, perché il ritiro di Caltagirone, fatta chiarezza sui conti delle opere eseguite, può essere l’occasione per rivedere tutto il progetto e la sua gestione.
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